Io, Card. Celso Costantini, mi trovavo da qualche anno parroco di Concordia Sagittaria. Horis subcesivis coltivavo un poco gli studi d'arte. Pensavo che sarebbe stato opportuno un manualetto di storia dell'arte per il Clero. Perciò cercai di raccogliere in quadri di rapida sintesi la storia dell'arte, accennando in appendice ad alcuni caratteri ed esigenze dell'arte sacra.
Non avevo alcun amico, che mi potesse aiutare nella pubblicazione del volumetto. Ed ebbi l'ardito pensiero di andare dal Santo Padre a domandargli una benedizione. Pio X mi conosceva da poco, essendo stato, come Patriarca di Venezia, Metropolita della diocesi di Concordia.
Feci stampare per mio conto il libro, col titolo: «Nozioni d'arte per il Clero» e con le cartelle ancora slegate andai a Roma e domandai una udienza particolare. Ero trepidante: ma i giovani sono confortati da speranze, anche se alle volte sembrano temerarie. Certo che capitai un buon punto, perché allora il Papa aveva certamente maturato il programma di studi per i Seminari, in cui avrebbero trovato posto anche l'archeologia e l'arte sacra.
Il S. Padre mi accolse con un sorriso pieno di bontà e di indulgenza. Mi domandò notizie della mia parrocchia e quindi io Gli presentai le cartelle sciolte, del mio libro. Il Papa sfogliò con amore il volumetto.
"Sì", disse, "bisogna che il Clero conosca l'arte, perché essa rende onore a Dio e perché il Clero è il custode dei insigni monumenti. Deve conoscerli e saper conservarli".
"Padre Santo", osai dire, "sarei tanto contento se avesse la bontà di sottoscrivere una fotografia con una benedizione. Pubblicherei la fotografia nel frontespizio del libro".
"Ma posso fidarmi?", mi domandò con quel suo piglio faceto, che lasciava comprendere la concessione. E prese senz'altro una fotografia e scrisse sotto queste benevole parole: «Al diletto figlio Sac. Celso Costantini, col voto che il suo lavoro di nozioni d'arte sia accolto con plauso dal Clero e ne faccia tesoro, impartiamo di cuore l'Apostolica Benedizione. lì 2 dicembre 1906. PIUS P.P. X»
Baciai la Mano, tremante di commozione e di gratitudine e discesi dal Vaticano, come se avessi le ali ai piedi. E' passato quasi mezzo secolo da quella Udienza, ma vedo ancora la bianca e maestosa Figura levarsi e tracciare sul mio capo una benedizione. Quel sorriso illumina, come un raggio di luce, i ricordi dell'umile prete di campagna, che è stato ricevuto con tanta bontà dal Santo Pontefice.
Fonte: «Fede ed arte» 1954, fasc. VI - Ignis Ardens gennaio 1957