Una mattina saliva le scale dell'episcopio un vecchietto arzillo, in abito decente, quantunque molto rattoppato per il lungo uso. Recava una sporta e domandava di vedere il Cardinale, ma il Segretario, credendo volesse la elemosina, fece per mettergli in mano alcuni spiccioli.
"Oh, sior no; a no so miga vegnù per domandar la carità!" e spiegò come, avendo udito che il Vescovo era in procinto di partire da Mantova, era venuto da Correggioli per vederlo un'ultima volta. Erano trenta e più chilometri che il poveretto aveva percorso a piedi, camminando tutta la notte..
Il Segretario del Cardinale lo annunciò e fu subito ricevuto. Un po' titubante varca la soglia dello studio vescovile ed appena veduto mons. Sarto, con una incantevole semplicità gli dice: "Oh! Sior, ò sentì cal va via: a ricordi ancora quando l'è vegnù a Correggioli e ò volì (voluto) che prima cal vaga via el faga (faccia) li tajadeli!".
Nella sporta, che offriva aperta, sorridendo, c'erano della candida farina di frumento e sei uova: quanto occorreva per fare le 'tagliatelle'.
L'omaggio semplice ed umile del buon vecchietto era l'espressione dell'amore di tutto un popolo per il suo indimenticabile Vescovo.
(Fonte: Ignis Ardens, maggio 1955)