«Venne il fatidico giorno della partenza del Card. Sarto per il Conclave», così ricorda Francesco Saccardo, legato da tanta devota affettuosa amicizia al Patriarca. «Forse molti al mondo con conoscevano il nome del Cardinale nostro; a Venezia, invece, più d'uno pensava ch'Egli sarebbe stato il nuovo Papa.
L'unico, a cui questo pensiero non turbava menomamente lo spirito - posso attestarlo per quella dimestichezza intima di cui mi onorava - l'unico era proprio Lui, il Cardinale Sarto.
La mattina della partenza per il Conclave ebbi la fortuna di vederLo da solo a solo, nel suo studio, e mi presi la libertà di dirgli: "Molti ritengono che Vostra Eminenza sarà il nuovo Papa". "Anche tu Francesco?" "Anch'io Eminenza! Anzi oserei chiedere il nome che assumerà Vostra Eminenza".
Mi aspettavo una sfuriata; invece il Patriarca, assumendo quell'aria di scherzo, che gli era abituale, mi rispose con la massima tranquillità: "Se è per questo, posso accontentarti subito: mi chiamerò Giovanni XXIV". E mi congedò con una risata argentina.
L'episodio ebbe un seguito. All'annuncio della elezione del Card. Sarto, un amico mi chiese per telefono se sapevo, io che ero un po' nelle confidenze del novello Papa, il nome da Lui assunto, e io risposi: "Ritengo Giovanni XXIV".
Posso assicurare che, fra i telegrammi di felicitazioni partiti in quella circostanza, una recava l'indirizzo: 'Sua Santità Giovanni XXIV - Roma'; io, con maggior prudenza, telegrafai a 'Sua Santità Papa Sarto - Roma'.»
Ancora il comm. Saccardo ricorda:
«Come non rievocare l'attesa indicibile, la febbrile commozione che invasero tutti i cuori, quando, sulle ali del telegrafo, giunse la mirabile notizia della assunzione del Cardinale di Venezia a Sommo Pontefice? E la corsa frenetica a Roma e l'ascesa al Vaticano, aperto a tutti, specie ai Veneti, quasi fosse la loro casa? Lo ritrovammo trasformato nella candida veste, forse un po' stanco nell'aspetto, ma sempre il nostro buono e caro Patriarca.
Nel rivederLo da solo a solo, in quella provvisoria stanza di ricevimento, chiusa da una tenda rossa, che aveva una quasi intimità familiare, non riuscii a vincere la commozione e senza avvertire quello che facevo, Gli gettai le braccia al collo e Lo baciai nel viso.
Pio X non si scompose e mi disse col più angelico dei suoi sorrisi: "Non sai che a baciare il Papa potrebbe esserci la scomunica? ..." "Sì, ma, Vostra Santità, sono certo, me la toglierebbe subito" osai risponderGli ed a questa mia risposta fece eco il bacio del Santo Padre a Me!».
(Ignis Ardens, gennaio 1955)