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La curiosa connessione tra guerre mondiali e morte di papi

Salma Papa FrancescoFoto: VaticanNews.va

La morte di Papa Francesco la scorsa settimana ha scatenato un solenne lutto nelle cattedrali e mormorii di congetture agli angoli di Internet, in cui si scontrano storia, ansia e meme. Sta emergendo uno schema: Papa Pio X morì nel 1914, proprio mentre iniziava la prima guerra mondiale; Papa Pio XI morì nel 1939, alla vigilia della seconda guerra mondiale. Ora, mentre il mondo sta ribollendo di conflitti dall'Ucraina a Gaza e con tensioni che si alzano nello stretto di Taiwan e nel Mar Cinese Meridionale, è deceduto Papa Francesco.

Il tempismo, per alcuni, suona ... inquietante. Ma ecco il punto: il tempismo non è causalità. L'idea che le morti papali seguano in qualche modo le guerre mondiali sono avvincenti come narrativa, specialmente in un'era dei social media in cui le curiosità storiche si trasformano facilmente in profezie escatologiche. Ma cade in una classica trappola logica: post hoc ergo propter hoc - dopo di ciò, quindi a causa di ciò.

È lo stesso errore che porta le persone a pensare che toccare un corno allontani la sfortuna, o che il crollo del mercato azionario è inevitabile ogni volta che appare una cometa. In verità, correlazione non implica causalità. I papi non causano guerre, né la loro morte catalizza il conflitto internazionale. La storia è disordinata, multienica e raramente in ordine narrativo come potrebbe suggerire un meme.

 

La teoria Pio X - Prima guerra mondiale

Sulle piattaforme di social media come Reddit e X (ex Twitter), un'affermazione particolarmente virale disegna una linea tratteggiata tra la morte di Pio X e l'inizio della I guerra mondiale. Pio X è morto il 20 agosto 1914, appena tre settimane dopo che l'Austria-Ungheria ha dichiarato guerra alla Serbia. Gli storici online notano che era già gravemente malato ma, secondo quanto riferito, con il cuore spezzato dalla notizia della guerra che stava avvolgendo l'Europa, una narrazione che aggiunge un tocco di gravitas spirituale a una rissa insanguinata e imperialista.

Ma l'implicazione che la sua morte ha in qualche modo aperto le porte alla guerra globale è un salto di logica, non di fatto. La guerra era già in corso; il papa morì con essa, non prima.

 

La teoria Pio XI - Seconda Guerra Mondiale

Allo stesso modo, la morte di Papa Pio XI nel febbraio 1939 - pochi mesi prima che Hitler invadesse la Polonia - è spesso sostenuta come un'altra uscita papale profetica. Il suo successore, Pio XII, sarebbe diventato il Papa in tempo di guerra, governando il Vaticano nella neutralità, nell'ambiguità morale e nella resa dei conti postbellica. Ma ancora una volta, questa connessione è esagerata. Il mondo era già sull'orlo del precipizio. Hitler aveva annesso l'Austria, occupato i Sudeti e strappato trattati come coriandoli a un matrimonio fascista. La morte del papa non ha causato la guerra; ha semplicemente coinciso con un crescendo di slancio fascista che stava montando da anni.

 

Perché il modello sembra reale

Tuttavia, non siamo del tutto irrazionali nella ricerca di modelli. Gli umani sono creature in cerca di schemi, specialmente nei momenti di incertezza. La morte di Pio X e Pio XI ha coinciso con i punti di flesso nella storia del mondo, non perché il papato guida la violenza globale, ma perché il papato, come tutto il resto, esiste nelle maree della storia. E ora, nel 2025, il mondo è di nuovo al limite. Ma questo non è perché Papa Francesco è morto. Piuttosto, la sua morte è avvenuta in mezzo a un ordine internazionale già instabile, definito da conflitti decentralizzati, migrazione guidata dal clima, distruzione economica e crisi epistemica in corso, in cui la verità è contestata e le istituzioni sono sotto assedio.

 

Il pericolo di disegnare linee troppo nette

Il fascino di collegare la morte di papi con le crisi del mondo riflette anche un bisogno psicologico più profondo: il desiderio di significato. In un mondo che sembra caotico, l'illusione del modello offre comfort. Se la storia segue i cicli, forse possiamo prevedere - ed evitare - disastri. Ma questo pensiero può portarci fuori strada. Dare troppo significato a tali correlazioni ci distrae da ciò che guida veramente il conflitto: etno-nazionalismo, militarismo incontrollato, risveglio autoritario, scarsità di risorse e disinformazione digitale. Queste sono le forze che modellano il mondo oggi: non i funerali del Vaticano o i conclavi papali.

 

Un promemoria di continuità, non crisi

Ciò che significa la morte di un papa è un momento di riflessione per un'importante istituzione globale, che porta ancora un peso morale e simbolico per oltre un miliardo di persone. La transizione del potere papale segna spesso la fine di un'era, uno spostamento di tono, a volte in teologia o diplomazia. Ma non è un orologio del giorno del giudizio. È un campanello che suona in un mondo già rumoroso con veri e propri allarmi. Quindi, mentre il Collegio dei Cardinali si riunisce a Roma per eleggere il prossimo leader spirituale della Chiesa cattolica, non sono i codici nascosti della storia che dovremmo decifrare, ma le ferite aperte del nostro tempo.

Le minacce che affrontiamo - geopolitiche, ambientali, ideologiche - non sono misteri profetici. Sono fatti umani. E richiedono soluzioni umane. Tuttavia, se vedi qualcuno accendere silenziosamente candele e guardare nervosamente una mappa del mondo dopo la morte di un papa, non deriderlo. Ricorda delicatamente: la storia non si ripete, fa solo rima. E non tutte le rime sono presagi. Alcune sono solo echi.

 

 

 


Fonte: Times of India (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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