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Pio X, un trevigiano sul soglio di Pietro, tra storia e storie (1 di 6)

 

 

415861779 99e95b371bPremessa

Nell’anno in corso ricorre il centenario della morte di Giuseppe Sarto, papa Pio X e santo della Chiesa Cattolica, nato a Riese, in provincia di Treviso, il 2 giugno 1835 e morto a Roma il 20 agosto 1914.

Il provvidenziale ministero sacerdotale di Giuseppe Sarto (1835-1914) costituisce un unicum nella Storia della Chiesa: è l’unico parroco della Storia della Chiesa che è diventato papa.

La sua poliedrica personalità è motivo di giubilo per molti versi e per molte persone, ma è anche origine di contrapposizioni oppure di più contenuti entusiasmi per altri.

Dall’analisi storica della sua vita è facile concludere che non fu certamente un personaggio ordinario, visto il suo invidiabile ministero sacerdotale, unico nella Storia bimillenaria della Chiesa, ma ancor oggi la sua vicenda umana e religiosa divide le persone in giudizi a volte contrapposti.

Gli studi storiografici, iniziati nel 1904-1905 da mons. Angelo Marchesan (1859-1932), stanno progredendo e mettendo sempre più in evidenza molti aspetti della sua vita e della sua opera, soprattutto dopo l’apertura dell’Archivio Segreto Vaticano alla consultazione dei documenti dei pontificati di Pio X e di Benedetto XV (1985), ma rimangono tuttora ambiti di ricerca non adeguatamente sondati e quindi persistono situazioni storiche non ancora messe in debita luce.

I giudizi storici sono molto variegati e difficilmente conciliabili, anche in minima parte, tra loro.

Il giudizio attualmente accettato da molti studiosi, parzialmente positivo, è quello del belga Roger Aubert (1914-2009), uno dei maggiori studiosi di Storia della Chiesa, del quale ricorre il centenario della nascita, e al quale deve essere riconosciuto il fatto di avere dato una sterzata positiva nei riguardi degli studi sul santo papa trevigiano.

Questa conversazione vuole presentarsi come una puntualizzazione, un riepilogo ed un aggiornamento: una puntualizzazione riguardante le problematiche esistenti, un riepilogo di avvenimenti che hanno profondamente inciso il corso degli eventi sul piano religioso, ed un aggiornamento su quanto è venuto alla luce negli ultimi 30 anni di studi e ricerche.

 

La vita di Pio X nella storia

La vita di G. Sarto sembra scandita da una singolare tabellina del nove (o quasi), data la sua permanenza periodica pressoché costante in ognuno dei luoghi di ministero.

Secondo gli studi finora condotti e suffragati da documenti inoppugnabili, la vita è condensata in questi dati: nascita a Riese il 2 giugno 1835, studente del seminario di Padova (1850-1858), cappellano a Tombolo (1858- 1867), parroco a Salzano (1867-1875), canonico della cattedrale di Treviso, direttore spirituale del seminario, cancelliere della curia vescovile (1875- 1884), vescovo di Mantova (1884-1893), patriarca di Venezia (1893-1903), papa col nome di Pio X dal 1903 al 1914, beato nel 1951, santo nel 1954.

In ciascuno di questi periodi sembra avere avuto modo di occuparsi degli stessi argomenti civili e religiosi, apportando sempre ulteriori approfondimenti ed innovazioni, secondo il grado di maggiore responsabilità acquisito con l’aumento di responsabilità nella Chiesa, come nel catechismo, nella comunione frequente ed ai bambini, nella musica sacra, nella liturgia e nel modo di affrontare la legge vigente austriaca e italiana, in modo da mettere a fuoco le problematiche in un’ottica di riforma e di difesa dei compiti affidati da Gesù Cristo alla Chiesa.

Gli storici che si sono occupati di lui fin dall’indomani della sua elezione al pontificato, il cui caposcuola è sicuramente mons. Angelo Marchesan (1859-1932), hanno aggiunto di volta in volta nuovi elementi, anche se non sempre esenti da errori.

Questo studioso è l’autentico iniziatore del filone biografico su Pio X, ed è autore di almeno due interventi pionieristici e magistrali su Pio X (nota 1).

 

Giudizi storici su un papa veneto

Dopo la morte di Pio X la storiografica e l’agiografica si sono interessate abbastanza presto alla vicenda umana del defunto papa.

Fra gli storici il giudizio è ancora lungi dall’essere definitivo: e non può essere altrimenti, visto che è morto da un secolo e che è ancora, volenti o nolenti, un protagonista.

Alcuni storici lo giudicano negativamente: tra essi, nel 1934, cioè in epoca non sospetta (infatti già da 11 anni era stato messo in moto l’iter di canonizzazione), Joseph Schmidlin (1876-1944) dedica un intero capitolo negativo all’attività antimodernista del Sodalitium Pianum di mons. Umberto Benigni (1862-1934), formulando giudizi molto negativi e gravi anche contro Pio X, che avrebbe favorito questa attività (nota 2).

Negativo, anche se limitato al pensiero politico del papa veneto, è pure il giudizio che don Luigi Sturzo (1871-1959) dava nel 1937, secondo il quale Pio X “aveva un’idea quasi parrocchiale della vita politica” (nota 3). In epoca più vicina alla nostra, decisamente negativa la valutazione di Rudolf Lill (1934-viv.) che, pur abbondando in commenti positivi sull’operato del Sarto come vescovo, mette in rilievo «l’antimodernismo reazionario » e «l’interpretazione esagerata dell’autorità papale» del Sarto come papa (nota 4).

Altri danno un giudizio parzialmente positivo: il cauto Roger Aubert (1914- 2009), su cui ritornerò, che ha avuto modo di scrivere su Pio X in diverse occasioni, lo definisce «riformatore e conservatore a un tempo», ma afferma anche che «Pio X, che apparve ai suoi contemporanei così poco moderno e così conservatore, fu in realtà uno dei più grandi papi riformatori della storia, il più grande riformatore della vita interna della Chiesa dopo il Concilio di Trento» (nota 5).

Tutto sommato incerto è il giudizio di Giacomo Martina (1924-2012), secondo il quale la «linea seguita» dal papa non persuade del tutto, specialmente per il fatto che «le indagini compiute per i processo di beatificazione [...] se hanno messo in maggior luce il profondo senso di responsabilità del papa e il suo ardore per la difesa della fede, [...] non hanno eliminato tutti i dubbi sull’opportunità della linea seguita e non hanno persuaso ugualmente tutti gli studiosi» (nota 6).

Positiva ma con riserve è la posizione di Silvio Tramontin (1919-1997) che se da un lato, senza nascondere le perplessità, pone in risalto la dimensione religiosa del pontificato e la difesa del patrimonio culturale cristiano, dall’altro lato afferma che tale strenua difesa ha spinto il papa «piuttosto a frenare e a limitare che a promuovere e favorire in diversi campi l’attività degli uomini di Chiesa» (nota 7).

Sostanzialmente positiva e molto equilibrata è la valutazione di Joseph Lortz e di Gianpaolo Romanato.

Joseph Adam Lortz (1887-1975) vede l’opera di papa Pio X come quella di un «papa pastore di anime», cioè come il logico e ineluttabile sbocco e coronamento di oltre cinquant’anni di ministero di uno «zelante pastore d’anime», che ha avuto la «percezione immediata di tutto ciò che non era cattolico», che ha saputo coordinare spinte contrastanti derivanti dalla «tensione oggettivamente esistente tra pietà e diritto» (nota 8).

Gianpaolo Romanato (1947-viv.) è convinto che «occorre sollevare molti veli per giungere al vero Pio X» e riconosce l’importanza feconda di un’opera pastorale della quale la Chiesa ancora risente: la sua linea pastorale «sopravviveva ben oltre l’orizzonte parrocchiale e rivelava una fecondità di applicazioni che forse non si è ancora esaurita» e «il suo pontificato [...] si colloca, non solo cronologicamente, all’origine della Chiesa contemporanea. Molte caratteristiche del cattolicesimo novecentesco - il verticismo, la solida organizzazione giuridica, la ferrea struttura intellettuale, la valorizzazione del laicato - derivano dalle riforme di Pio X, dalle sue iniziative, dalle sue intuizioni, dalla sua visione ecclesiologica» (nota 9).

Punta invece il dito sui limiti del processo che portò alla canonizzazione di Pio X un avvocato della S. Congregazione per le Cause dei Santi, Carlo Snider (1910-1988), che ne evidenzia i limiti dal punto di vista storico e metodologico, ma che in pratica restituisce il personaggio al suo tempo e lo ricolloca negli anni in cui ebbe ad operare, contrariamente a quanto ha fatto tanta zuccherosa agiografia che, per edificare il lettore, ha reso il santo avulso dal suo tempo (nota 10).

Inoltre Carlo Snider, in “La visita apostolica delle diocesi italiane indetta da Pio X nel 1904”, attira l’attenzione su un aspetto troppo dimenticato dagli storici, e pertanto veramente rivelatore delle preoccupazioni pastorali di Pio X, e insiste sul fatto che la mediocrità di molti dei visitatori apostolici non deve far dimenticare la precisione dell’intuizione iniziale del papa restauratore. Inoltre, fa notare che l’indice delle fonti dottrinali del concilio Vaticano II contiene solo nove riferimenti al suo nome: più citati di lui sono non solo i papi successivi, ma anche Leone XIII, il papa che dal punto di vista cronologico immediatamente lo precede (nota 11).

Non mancano quindi ancora zone d’ombre sulle quali è necessario far luce, interpretando e studiando specialmente i nuovi documenti conservati nell’Archivio Vaticano, già oggetto di studio da parte di Alejandro Mario Dieguez (nota 12), ma non si può non mettere in evidenza il fatto che, pur essendo un papa spartiacque tra due modi di intendere la vita della Chiesa, dimostrò una sua particolare sensibilità ecclesiale con grande coerenza di pensiero e di azione, effettuò un grande sforzo durante tutta la sua vita ecclesiastica di aderire alla realtà del proprio tempo, intervenendo ad hoc con la tempestività riformistica che il suo tempo richiedeva e con una attività pastorale pragmatica ed informata ad un criterio di difesa attenta del Depositum Fidei.

 

 

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Note:

  1. A. MARCHESAN, Papa Pio X nella sua vita e nella sua parola Studio storico del suo vecchio allievo il Sac. Dott. Angelo Marchesan, Stabilimenti Benziger & Co. S. A., Einsiedeln 1904-1905; A. MARCHESAN, Pio X nella sua vita, nella sua parola e nelle sue opere, 2a edizione, Desclée, Roma 1910.
  2. J. SCHMIDLIN, Papstgeschichte der neuesten Zeit Pius X und Benedikt XV, vol. III, Kosel und Pustet, München, 1934, pp. 1-170, con particolare riguardo alle pp. 162-169. Il Relatore Generale francescano F. Antonelli riferisce che lo Schmidlin era “uno storico un po’ parziale”: [F. ANTONELLI], Sacra Rituum Congregatio Sectio Historica n. 77 Romana Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Pii Papae X Disquisitio circa quasdam obiectiones modum agendi Servi Dei respicientes in Modernismi debellatione una cum Summario Additionali ex Oficio compilato, Typis Polyglottis Vaticanis, 1950, p. XXIII.
  3. L. STURZO, Chiesa e Stato Studio sociologico-storico, vol. II, Bologna 1978, p.153.
  4. R. LILL, Storia ecumenica della Chiesa, vol. II, Queriniana, Brescia 1981, p. 221.
  5. R. AUBERT, in Storia della Chiesa, diretta da H. JEDIN, vol. IX, Jaca Book, Milano 1979, pp. 457-630; R. AUBERT, in Nuova Storia della Chiesa, vol. V/1, Marietti, Torino 1977, pp. 21-265. In La Chiesa e la società industriale, 1990, I, ribadisce e approfondisce le precedenti valutazioni intitolando il capitolo a lui dedicato con queste parole: «Tra restaurazione e riforma» (pp. 107-154).
  6. G. MARTINA, La Chiesa nell’età del totalitarismo, Morcelliana, Brescia 19845, pp. 78-79.
  7. S. TRAMONTIN, Un secolo di storia della Chiesa. Da Leone XIII al concilio Vaticano II, Studium, Roma 1980, I, pp. 51-104.
  8. J. LORTZ, Storia della Chiesa considerata in prospettiva di storia delle idee, vol. II, Ed. Paoline, Alba 1973, pp. 490-91.
  9. G. ROMANATO, Giuseppe Sarto e il Movimento cattolico, in Le radici venete di San Pio X. Saggi e ricerche a cura di S. TRAMONTIN, Morcelliana, Brescia 1987, p. 142-44; G. ROMANATO, Pio X La vita di papa Sarto, Rusconi, Milano, 1992, pp. 6-8. Del Romanato è altresì da ricordare il prezioso coordinamento di 40 autori che ha portato alla pubblicazione del volume Pio X Un papa e il suo tempo, Ed. Paoline, Cinisello Balsamo 1987. Tra qualche mese uscirà G. ROMANATO, Pio X. Alle origini del cattolicesimo contemporaneo, Lindau, Torino 2014.
  10. C. SNIDER, L’episcopato del Cardinale Andrea C. Ferrari I tempi di Pio X, vol. II, Neri Pozza, Vicenza 1982, pp. 131-208.
  11. Ibid., p. 191, n. 90.
  12. A. M. DIEGUEZ A. M., L’archivio particolare di Pio X Cenni storici e inventario, Collectanea Archivi Vaticani 51, Archivio Segreto Vaticano, Città del Vaticano 2003; A. M. DIEGUEZ A. M. - PAGANO S., Le carte del «Sacro tavolo» Aspetti del pontificato di Pio X dai documenti del suo archivio privato, voll. 2, Collectanea Archivi Vaticani 60, Archivio Segreto Vaticano, Città del Vaticano 2006; A. M. DIEGUEZ-D. NORDIO-R. AMBROSI, Pio X, un Papa veneto, Regione Veneto - Comune di Riese Pio X - Fondazione Giuseppe Sarto - Provincia di Treviso, Riese Pio X 2007; A. M. DIEGUEZ, Carte Pio X Scritti, omelie, conferenze e lettere di Giuseppe Sarto. Cenni storici, Inventario e Appendice documentaria, Collectanea Archivi Vaticani 71, Archivio Segreto Vaticano, Città del Vaticano 2010.

 

 


Fonte: Quirino Bortolato, in «Atti e memorie dell'Ateneo di Treviso, anno accademico 2013/14», relazione tenuta il 24/1/2014.

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