È stato un voto segreto che ha cambiato il corso del papato e ha posto un uomo sulla via del santità.
Ma una rara serie di documenti di voto papali, contrabbandata dal Conclave del 1903, spiegano come il cardinale Giuseppe Melchiorre Sarto - ora conosciuto come San Pio X - non sarebbe quasi certamente diventato Papa se non fosse stata un'interferenza politica e il cavillo di una legge ecclesiastica ormai dimenticata da tempo.
I documenti, che saranno venduti all'asta a Londra giovedì (ndt: 5 giugno 2014), includono una serie di risultati dei primi voti delle elezioni papali dell'agosto 1903, mostrando che un altro cardinale, Mariano Rampolla del Tindaro, era di gran lunga il candidato più popolare.
Ma il cardinale Rampolla, che era stato Segretario di Stato vaticano sotto il precedente Papa, Leone XIII, fu bloccato dall'imperatore austro-ungarico Franz Joseph attraverso i poteri conosciuti come Jus exclusivae, che davano a un gruppo selezionato di monarchi cattolici romani il diritto di veto su chi sarebbe stato papa, se loro non lo approvavano.
La procedura, usata solo alcune volte nella storia, permetteva a un re, o a una regina, di Spagna o di Francia o all'imperatore del Santo Romano Impero o dell'Austria-Ungheria di nominare uno dei cardinali in anticipo perché esercitasse il suo diritto di veto, con le istruzioni di intervenire se era in procinto di essere eletto qualcuno a cui lui o lei si opponeva.
Anche se il Cardinale Sarto ha beneficiato della mossa, poiché gli ha permesso di diventare Papa, c'è stato sdegno per l'interferenza e lui ha abolito personalmente lo Jus exclusivae.
Le carte, che saranno vendute da Fraser's Autographs alla Dreweatts & Bloomsbury Auctions di Londra, includono una raccolta scritta a mano del secondo turno di votazione che dimostra che il Rampolla aveva già il sostegno assicurato di 29 dei 61 cardinali presenti nella Cappella Sistina, molto vicino alla maggioranza.
Nel contempo il Sarto aveva solo 10 voti. Ma, dopo il veto al Rampolla, è stato eletto Papa al settimo voto. È morto nell'agosto 1914, poco dopo l'esplosione della prima guerra mondiale, ed è stato canonizzato 40 anni dopo.
La ragione esatta per cui l'Imperatore si è opposto al Rampolla non è nota, ma era considerato un riformatore vaticano e si pensa che sia stato ritenuto troppo liberale da Franz Joseph. Pio X, al contrario, era un tradizionalista che è ricordato per aver condannato il modernismo.
Le regole del Conclave vietano ai cardinali di rivelare i dettagli del ballottaggio e, tradizionalmente, le schede sono bruciate in una stufa speciale che produce fumo nero se il voto è inconcludente e bianco quando è stato eletto un nuovo papa. Ma le carte ora all'asta sono state conservate dal Cardinale Domenico Svampa, allora Arcivescovo di Bologna.
Oltre al racconto, comprendono una scheda di voto con una dichiarazione firmata dal cardinale Svampa sul retro, che insiste di aver votato per il Sarto. I documenti hanno poi fatto parte della collezione di un giornalista italiano che da allora è morto.
"Svampa avrebbe potuto tenere la scheda elettorale scrivendo una dichiarazione su di essa come prova che il suo voto per Sarto non era una seconda scelta in obbedienza al veto imperiale, ma era una decisione sua fin dall'inizio del conclave", ha spiegato uno dei venditori. "Una buona mossa politica, forse, visto che il Sarto è diventato Papa".
Fonte: John Bingham in Telegraph.co.uk 4/6/2014 (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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