San Pio X è giustamente noto per molte cose: la lotta al modernismo, l'abbassamento dell'età della Prima Comunione, e la formulazione del Codice di Diritto Canonico tra le altre. Quello che oggi è forse meno noto è il suo intenso lavoro catechetico. Questo articolo, scritto nel 1953 da don Silvio Riva, fornisce qualche informazione in questo aspetto della sua vita e pontificato. (Questa è la terza parte; leggi la prima, e la seconda)
Il Papa del Catechismo
In gioventù, Giuseppe Sarto ha studiato il catechismo sui libri del suo tempo. Come giovane sacerdote, aveva lamentato l'inadeguatezza dei testi e dei programmi per la capacità mentale dei suoi allievi, ma non disse nulla. Come parroco, ha sottolineato questa lacuna e, forse, si è accontentato di parlarne ai colleghi sacerdoti, chiedendo una revisione adeguata. Ha denunciato con parole sue e con una presentazione competente le carenze del metodo. Come vescovo di Mantova, ha osservato l'insufficienza del catechismo diocesano: egli avrebbe voluto vedere il materiale organizzato in modo più razionale, con forma e stile meno retorici, più chiari e più concreti, più semplici e più concisi. Abbiamo già parlato della sua mozione al primo Congresso Catechistico Nazionale di Piacenza nel 1889, che è rimasta lettera morta fino al 1912, anno in cui ha promulgato il suo catechismo.
E' trascorso quasi un secolo da quel 12 ottobre in cui Pio X ha scritto una lettera al cardinale Pietro Respighi, il suo vicario generale per la città di Roma. La Lettera, intrisa di fervore paterno, è come se fosse la sintesi di tutti gli altri suoi scritti sulla catechesi. Come tale, essa dovrebbe essere fatta conoscere a beneficio dei sacerdoti e degli educatori cristiani, che troveranno nelle sue linee un'abbondanza di dottrina e di regole sagge per l'istruzione catechistica.
«Dall'inizio del Nostro Pontificato abbiamo dato la massima attenzione all'istruzione religiosa del popolo cristiano, ed in particolare dei ragazzi, convinti che gran parte dei mali che affliggono la Chiesa derivano dall'ignoranza della sua dottrina e leggi. I nemici della Chiesa la condannano, bestemmiando su ciò che non conoscono, e molti dei suoi figli, non riuscendo ad apprezzare questa dottrina e le sue leggi, vivono come se non fossero figli della Chiesa. È per questo che spesso abbiamo insistito sulla necessità urgente di istruzione catechistica, e l'abbiamo promossa ovunque, secondo il nostro potere, per mezzo della Lettera Enciclica Acerbo Nimis, e per mezzo dei regolamenti in materia d'insegnamento del catechismo nelle parrocchie, ma anche approvando e incoraggiando i congressi catechistici e le scuole di religione, e introducendo qui a Roma il testo del Catechismo usato in alcune delle principali province ecclesiastiche d'Italia.
Tuttavia, dopo diversi anni, a causa delle nuove difficoltà astutamente erette contro ogni insegnamento della dottrina cristiana nelle scuole, dove era stata insegnata per secoli, ma anche dall'anticipo utile, voluto da Noi, della Prima Comunione ai bambini, e per altri motivi, il desiderio che è stato espresso a Noi per un catechismo adeguato, che sarebbe molto più breve e più adatto alle esigenze di oggi, abbiamo acconsentito al compendio del vecchio catechismo in uno nuovo, conciso, che Noi, Noi stessi, abbiamo esaminato e che abbiamo voluto esaminato da molti colleghi vescovi d'Italia, in modo che potessero esprimere la propria opinione in generale e indicare, in particolare, in base alla loro conoscenza ed esperienza, le modifiche da apportare.
Avendo ricevuto da loro un apprezzamento favorevole quasi unanime, così come un gran numero di osservazioni preziose che abbiamo ordinato fossero prese in considerazione, sembra a noi che non dobbiamo rinviare la sostituzione di un testo riconosciuto come opportuno per diverso motivi.
Siamo sicuri che questo testo, con la benedizione del Signore, si rivelerà molto più pratico e anche redditizio, se non di più, per le anime, del precedente: significativamente abbreviato, non scoraggerà i più giovani, su cui già pesano oneri scolastici pesanti, e permetterà ai maestri e catechisti di farlo apprendere nella sua interezza. Nonostante la sua brevità, lì sono spiegate e enfatizzate meglio le verità che oggi sono le più combattute, fraintese, o dimenticate, con grande danno delle anime e della società. Siamo anche sicuri che gli adulti che desiderano rivitalizzare nella loro anima le conoscenze fondamentali su cui poggia la vita cristiana morale e spirituale, come devono fare a volte per vivere meglio ed educare le loro famiglie, troveranno utile e apprezzeranno questo compendio breve, attentamente formulato, in cui troveranno esposte con grande semplicità le principali verità divine e le riflessioni cristiane più efficaci.
Questo Catechismo, e i rudimenti che vorremmo stralciati senza modifiche dal testo per l'uso con i bambini, approviamo e di conseguenza prescriviamo per la diocesi e la provincia ecclesiastica di Roma, per l'autorità di questa presente lettera, e vietiamo che d'ora in poi sia usato qualsiasi altro testo nell'istruzione catechistica. Per quanto riguarda le altre diocesi d'Italia, è sufficiente che Noi esprimiamo il desiderio che lo stesso testo, giudicato da noi e da numerosi Ordinari, sia adottato anche lì, in modo che, tra altri motivi, venga meno la confusione dannosa e i disagi che molti sperimentano oggi nei frequenti cambiamenti di domicilio, trovando nel nuovo luogo di residenza formule e testi particolarmente diversi che hanno difficoltà perfino ad apprendere, perché si confondono e, infine, dimenticano quello che già sapevano. E' peggio per i bambini, perché niente è più fatale per il successo dell'insegnamento che il perseguirlo con un testo diverso da quello a cui il bambino è già più o meno abituato.
E poiché gli adulti possono incontrare qualche difficoltà nell'insegnamento del presente testo, che si discosta dal precedente in alcune formule, e per rimediare a questo inconveniente, comandiamo che all'inizio di tutte le principali messe e dei corsi di dottrina cristiana siano recitate le preghiere essenziali e le formule principali ad alta voce, chiaramente e lentamente. In questo modo, dopo qualche tempo e senza sforzo, tutti le avranno imparate, e sarà stata introdotta una eccellente abitudine di preghiera e di istruzione comune, che è già in vigore in numerose diocesi in Italia, non senza edificazione e profitto.
Esortiamo fermamente tutti i catechisti nel Signore, ora che la stessa brevità del testo facilita il loro lavoro, ad adoperarsi con la massima cura per spiegare la dottrina cristiana e farla penetrare nelle anime dei bambini, tanto grande è la necessità oggi di istruzione religiosa solida a causa della diffusione di empietà e di immoralità. Ricordino che il frutto del catechismo dipende quasi totalmente dal loro zelo e conoscenza e dall'abilità a rendere più leggero e attraente l'insegnamento agli alunni.
Preghiamo Dio che, proprio come oggi i nemici della fede, sempre più numerose e potenti, propagano l'errore con ogni mezzo, così possa anche sorgere un gran numero di anime desiderose di assistere con zelo i parroci, i maestri e i genitori cristiani nella didattica del catechismo, tanto necessario quanto nobile e fecondo».
La data e l'augusta firma, preceduta da una benedizione affettuosa, suggella questo importante documento pontificio, che non ha perso nulla della sua urgenza e praticità.
Dobbiamo fare alcune note di carattere didattico a margine di questo piccolo capolavoro della catechesi cristiana che era il codice della Fede per generazioni di bambini. Il “catechismo”, come è noto, è stato redatto per ordine di San Pio X abbreviando il testo precedente usato in alcune diocesi italiane, che era molto ampio e poco indicato per l'uso con i bambini della scuola primaria che, grazie al Decreto Quam Singulari dello stesso Pio X, poterono fare la prima Comunione prima di quanto avveniva in precedenza.
Un catechismo sufficiente ma breve era necessario per essere imparato facilmente a memoria, in conformità con gli augusti insegnamenti dell'enciclica del 1905. La memorizzazione ha fatto il suo ingresso nel catechismo come argine per controllare la caduta di un corpo di conoscenza che non si stava radicando in modo sufficiente nella mente del bambino, dissipato dall'inizio della pubertà e ancor più dall'adolescenza. Papa Pio X ha esaminato personalmente la nuova edizione.
Quindi è così che abbiamo il “Catechismo della dottrina cristiana”, chiamato, ancora oggi, il “Catechismo di San Pio X”, un prezioso piccolo libro che ha educato e sta ancora educando alla fede intere generazioni di cattolici. Nella organizzazione didattica dell'insegnamento catechetico, un formulario è distinto da un testo vero e proprio: il formulario condensa in dichiarazioni molto brevi l'essenza di una verità religiosa in modo che possa essere imparato tutto a memoria; il testo, al contrario, basato sul formulario, sviluppa la verità in modo semplice e chiaro in modo da raggiungere la stessa formula come logica conclusione teologica.
Il Catechismo di San Pio X è un formulario, non è un testo; in quanto tale, è utile sia per grandi e piccoli, per i dotti e gli analfabeti. E' la sintesi della dottrina cattolica ortodossa, della teologia dogmatica, morale e sacramentale, in una forma didattica molto semplice. Possiede tutte le qualità di sintesi: concisione, chiarezza, semplicità, integrità e fedeltà. Naturalmente, per essere comprese dagli alunni, le formule richiedono, come le regole della grammatica, la spiegazione dell'insegnante. La formula non può sostituire l'istruzione personale del docente. È per questo che come sintesi, il formulario di Pio X è il più notevole lavoro che avremmo potuto avere nel campo della catechesi ai giorni nostri.
E' stata notata la difficoltà della formulazione di alcune delle formule, dure e secche per la mente di un bambino. E' ovvio che il catechismo per natura abbondi di termini astratti e nozioni congetturali, ma ciò è insito nella dottrina cristiana, che è rivelata e che riguarda il rapporto dell'uomo creato con il Creatore Dio. E' assodato che il Catechismo di San Pio X a volte può sembrare difficile per i bambini, soprattutto in certe formule particolarmente abbreviate, ma la divisione della materia in cicli, attualmente in vigore nei testi didattici, mitiga l'asperità dosando il contenuto del catechismo secondo l'età dei bambini.
Forse l'errore più diffuso è quello di considerarlo un testo quando si tratta semplicemente di un formulario, al quale tutti gli scrittori di libri di testo possono attingere. C'è un altro errore, che consiste nel concepirlo come punto di partenza nella catechesi orale, quando in realtà è il punto di arrivo, la conclusione dell'esposizione della lezione proposta dal docente con gli aiuti che raccomanda la pedagogia contemporanea.
Decenni di esperienza hanno insegnato molte cose sul formulario di Pio X: ha prima di tutto assicurato la preziosa unità e uniformità della terminologia che è molto importante per lo studio religioso dei bambini e delle persone, e che era una delle principali intenzioni del Santo Pontefice. Inoltre, le osservazioni che ha fatto nel 1912 sulla frequente migrazione delle famiglie da una città all'altra, sono state in gran parte confermate oggi dal movimento continuo di famiglie all'interno del paese.
Le questioni di terminologia, concernenti la concisione dei concetti, possono essere spiegate con il rispetto assoluto per l'esattezza e precisione dottrinale. Ci sono stati, in effetti, qua e là alcuni tentativi di nuove formule catechistiche, forse con l'intenzione di sostituire quella di San Pio X. Sono riuscite a essere più chiare e meno dure, ma aumentando la quantità di testo, spiegando in una mezza pagina quello che il Catechismo di San Pio X spiega in un massimo di due o tre righe. Quest'ultimo rimane ancora vivo, perenne, incisivo. Si tratta di un monumento di dottrina, di sintesi, di chiarezza, e di pietà, perché le brevi formule catechistiche sono piene di unzione e inculcano vera pietà Cristiana.
Segue.
Fonte: Don Silvio Riva, 1953 su Le Courrier de Rome
Pubblicato in Angelus (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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