Il 21 agosto la Chiesa ha celebrato la memoria liturgica di San Pio X, al secolo Giuseppe Sarto, nato nel 1835 a Riese (TV) ed eletto al soglio pontificio il 4 agosto 1903, dopo la morte di Leone XIII. Fu il primo Papa della storia contemporanea a provenire dal ceto contadino e ad avere una formazione esclusivamente pastorale, senza impegni né presso la Curia né presso la Santa Sede. Nel corso della sua vita sacerdotale fu, infatti, prima cappellano, poi parroco, direttore spirituale del Seminario, quindi vescovo di Mantova, Patriarca di Venezia e infine eletto Papa.
Il suo fu un Pontificato molto attivo: ad esempio, avviò la riforma del Diritto canonico e quella della Curia Romana, anticipò l’età della prima comunione intorno ai 7 anni (ed è molto noto il Catechismo che porta il suo nome, adottato in Italia, con la particolare struttura di “domande e risposte”), allentò le restrizione del Non expedit di Pio IX, cioè il divieto per i cattolici italiani di partecipare alla vita politica, favorì il rinnovamento della Liturgia, il movimento biblico e la riforma della Musica Sacra.
Al cuore della sua vita e del suo Magistero, c’era la preoccupazione pastorale in una società dove si avvertiva, sempre di più, la crisi della Fede. Un intento sigillato dal motto scelto per il suo Pontificato: Instaurare omnia in Christo, tratto dalla Lettera agli Efesini.
Don Orione, che ebbe con lui un’amicizia e stima personalissima, lo definiva "il nostro Papa", o “il Papa della Congregazione”, esprimendo in questo modo la riconoscenza per il modo in cui il Pontefice intervenne in modo determinante nello sviluppo della Congregazione. Pio X, infatti, già nel 1905, affidò a Don Orione la chiesa di Sant’Anna ai Palafrenieri, ora parrocchia della Città del Vaticano, nel 1906 rivide e annotò le costituzioni della giovane congregazione e nel 1908, affidò a Don Orione la cura pastorale del quartiere Appio, fuori Porta San Giovanni, offrendogli così la possibilità di essere missionario nella “Patagonia romana”.
Inoltre, dopo che Don Orione si era recato a Messina all’indomani del terribile terremoto del 1908, fu proprio Pio X a dargli la consegna di tornare nella città siciliana e portare via gli orfani del terremoto che erano stati raccolti dal Patronato Regina Elena, presieduto dalla Contessa Spalletti e dominato da elementi anticlericali e che rischiava quindi di mettere in pericolo la loro educazione cristiana. Don Orione strinse rapporti di stima e cordialità con la Contessa Spalletti e riuscì a collocare gli orfanelli in Istituti di piena fiducia per la loro educazione.
Dopo tre anni a Messina, Don Orione emise la professione perpetua nelle mani del Pontefice, sottolineando, con quell’atto, lo spirito della Congregazione, votata ad essere “tutta cosa del Papa”.
Fonte: Piccola Opera della Divina Provvidenza / donorione.org
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Il contenuto non impegna e non dipende dalla Parrocchia S. Matteo di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali link contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei alla Parrocchia, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche storiche, mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.