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La Madre Orsola e il Papa Pio X

 

 

Madre Orsola LedóchowskaMadre Urszula (Orsola) Ledóchowska (1865-1939), fondatrice della Congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesu’ agonizzante. Canonizzata il 18 maggio 2003, a Roma da Sua Santità Giovanni Paolo II.La Madre Orsola, per la prima volta si rivolge alla Santa Sede nel 1907, tre anni dopo la sua elezione come Superiora del convento di Cracovia, quando voleva chiarificare le posizioni ambigue in riferimento all’osservanza della clausura papale. Lei sentiva l’incompatibilità di una tale condizione con l’organizzazione della vita di comunità e delle opere e voleva risolverlo, poi ha vissuto il timore di cadere nella scomunica. (Il Codice di Diritto Canonico infatti era esplicito nelle restrizioni riguardanti i conventi di clausura papale nei loro rapporti con le opere di educazione di cui i loro membri si occupavano).


Preposte all’educazione e all’istruzione della gioventù, le Suore Orsoline non potevano, evidentemente, aderire con pienezza a tale compito senza contravvenire a qualche punto della regola claustrale. Quando il Consiglio della Comunità ha concordato per decidere la semi clausura, invece di clausura papale, hanno fatto la revisione delle Costituzioni della propria Congregazione. Era per questo motivo che la Madre Orsola è venuta a Roma. Voleva avere l’approvazione ufficiale della Chiesa, cioè della Congregazione dei Religiosi. In quell’occasione M. Orsola ha vissuto l’udienza privata con Santo Padre, Pio X, allorché ha presentato il problema della adeguazione delle Costituzioni alle esigenze dell’apostolato di quel tempo, e anche ha confidato il suo progetto di lavorare in Russia. Più tardi ha scritto nella Storia della Congregazione:

“Questo progetto è piaciuto al Santo Padre e così il desiderio di lavorare là è rimasto più forte in me. Il Santo Padre ci ha benedetto (vi era presente anche M. Teresa) e siamo andate con il cuore pieno di gratitudine per l’accoglienza così paterna.” (pag. 15).


La Madre è rimasta felicissima. Il Papa, Pio X non si era meravigliato di questo progetto coraggioso; anzi, la incoraggiò ancora per mettersi a farlo vedendo in questo il vero bene della Chiesa. Per Lui non costituiva ostacolo la situazione che le suore, lavorando in Russia, dovrebbero lasciare l’abito religioso e portare i vestiti laici.


Un altro fatto ci presenta la benevolenza di questo Papa nei riguardi di M. Orsola. Quando M. Teresa è andata a ringraziare il Santo Padre per l’erezione canonica del Convento di Pietroburgo come la casa autonoma della Congregazione con diritto al noviziato, e ha presentato la foto della Sua Santità chiedendo la benedizione a quella comunità, il Santo Padre ha scritto di proprio pugno: “Alla Diletta figlia, Madre Maria Orsola, Superiora, e a tutte le egualmente dilette Suore Orsoline di S. Pietroburgo impartiamo di cuore l’Apostolica Benedizione. Dal Vaticano lì 14 Dicembre 1907. Pius PP. X ”. (Storia della Congregazione, pag. 21)


Più tardi, M. Teresa all’udienza dal Santo Padre, ha mostrato a Sua Santità una foto di M. Orsola, vestita come laica. Lui l'ha presa – e senza che gli fosse richiesto – l’ha firmata scrivendo: "Deus benedicat te et omnia opera tua. Die 14 aprilis 1909. Pio PP. X”, ed aggiunto che M. Teresa doveva informare la sua sorella, M. Orsola: “Loro possono usare i vestiti anche rosa, basta che lavorino là”.


E più tardi, ha raccomandato al Padre Generale dei PP. Dominicani, di andare a trovare la M. Orsola, dopo il suo arrivo a Pietroburgo, e di dirle che il Santo Padre è contento di lei e della sua opera. Perciò, dopo gli anni, la Madre ha scritto nella Storia della Congregazione:

“Questa bontà paternale di Pio X fu per noi vera consolazione e forza nel più difficile periodo della nostra vita in Russia. Spero che anche oggi, dal cielo, assisterà la nostra Congregazione, come lo faceva durante la vita.” (Storia della Congregazione, pag. 20).


Alla fine del mese di aprile Madre Orsola doveva andare a Roma. L’ha accompagnata suor Alina Zaborska. Quando M. Teresa ha chiesto l’udienza per primi giorni di maggio, il Santo Padre replicò: Portatemela subito, io devo parlarle.” (Storia della Congregazione, pag.27).


Così, il 6 di maggio, la Madre e M. Teresa sono andate all’udienza, invece suor Zaborska non è entrata, ma è rimasta ad aspettare. Più tardi la Madre ha scritto nella Storia della Congregazione:

“Il Santo Padre era sereno e pieno di bontà. Io ho raccontato il nostro lavoro in Russia… Alla fine, Sua Santità si è rivolto a me con queste parole: «Adesso noi faremo insieme un contratto: ci incontreremo ogni giorno ad una certa ora ai piedi di Gesù. Io ho già fatto l’intenzione e la faccio ancora di pregare per voi e vostre opere ogni giorno durante la santa Messa, e voi e le vostre pregate per me davanti al tabernacolo, durante la santa Messa e dopo la Comunione»… Che felicità sapere che il Santo Padre prega per noi!” (Storia della Congregazione, pag.28).


Senza dubbio questi fatti approvano la fedeltà di Madre Orsola alla Chiesa e la sua fiducia in Santo Padre, come anche attestano l’ammirazione e riconoscenza del Papa per l’opera di M. Orsola e per la sua persona; dimostrano anche la preoccupazione paterna per lo stato della sua salute, quando ha desiderato che venisse a Roma a riposare, perché soffriva molto durante l’esilio. Vivendo i giorni di persecuzione e della guerra Lei ha sofferto molto per la notizia della morte di Santo Padre, perché Pio X conduceva personalmente la missione della Madre in Russia e lo svolgimento della sua opera; Lei ammirava la bontà, la santità e la semplicità del Papa, Successore di San Pietro, che ha lasciato scritto nel suo testamento: "Sono nato povero, ho fatto la vita del povero e voglio morire povero”.


Le radici ecclesiali della Congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante ci fanno capire che il Papa Pio X è il Patrono della Congregazione.

 

 


Fonte: Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

 

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