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Messali di San Pio X e roncalliano: un confronto sistematico

 

 Messali di San Pio X e roncalliano: un confronto sistematico

Ecco un breve confronto sinottico di indole apologetico-polemica tra il Messale romano secondo l’edizione di San Pio X (a sinistra) ed il messale di Giovanni XXIII (“roncalliano”) secondo l’edizione del 1962 (a destra).

 

1) Il Messale di San Pio X è stato promulgato da un santo Papa canonizzato che condannò il Modernismo e composto con la collaborazione di sacerdoti assolutamente ortodossi, in egual modo colti e pii.

Il messale roncalliano è stato promulgato da un papa, già sospetto di modernismo in gioventù, lo stesso papa che indisse il “Vaticano II” per “consacrare l’ecumenismo” e aprì le finestre della Chiesa ad un ingannevole “rinnovamento”. Fu composto sotto la direzione di Ferdinando Antonelli che poi sottoscrisse la “nuova messa” e di Annibale Bugnini, “il grande Architetto” della “nuova messa”, notorio modernista e sospetto framassone.

2) Il Messale di San Pio X è basato sui principi del Cattolicesimo in materia liturgica, seguiti sempre e in ogni circostanza dai Papi. Questo Messale fu utilizzato, senza manomissioni, fino all’ascesa del cosiddetto “Movimento Liturgico” negli anni Cinquanta.

Il messale roncalliano fu basato invece sui principi del “movimento liturgico”, più volte condannati dai Papi: fu un mero lavoro di transizione e di compromesso per preparare l’avvento della Nuova Liturgia. Fu utilizzato solo quattro anni.

3) Il Messale di San Pio X non innova nulla ma rimane strettamente legato alla Tradizione (per usare le parole di Benedetto XIV Lambertini).

Il messale roncalliano è un “ponte che apre la strada ad un promettente futuro” (per usare le parole di Bugnini).

4) Nel Messale di San Pio X le preghiere ai piedi dell’altare sono sempre recitate.

Nel messale roncalliano sono omesse alla festa della Purificazione dopo la Processione, al Mercoledì delle ceneri dopo la distribuzione delle ceneri stesse, al Sabato Santo, alla domenica delle Palme dopo la Processione, ai quattro giorni delle Rogazioni dopo la Processioni e in certe altre Messe secondo le “nuove rubriche” del “pontificale romano”.

5) La Colletta. Nel Messale di San Pio X, nei giorni di minore rango liturgico, oltre alla colletta del giorno, vengono recitate le collette di Nostra Signora , di Nostra Signora e di Tutti i santi, contro i persecutori della Chiesa, per il Papa o per i fedeli defunti, etc etc…

Nel messale roncalliano tutte le collette sono abolite.

6) Le commemorazioni di una festa di un rango minore di un santo o di un domenica sono fatte in accordo con le rubriche nel Messale di San Pio X.

Nel messale roncalliano invece le commemorazioni di una festa di rango minore (Santo o Domenica) sono abolite o minimizzate e in tal modo che in una domenica la maggior parte delle feste dei santi scompaiono.

7) Nel Messale di San Pio X le letture sulle Quattro Tempora sono sempre recitate.

Nel messale roncalliano l’intero blocco di queste letture diventa facoltativo.

8) Nel Messale di San Pio X l’Epistola è sempre letta dal celebrante in una Messa Solenne, come stabilito da San Pio V.

Nel “messale roncalliano” il celebrante siede a lato ed ascolta l’Epistola, come avviene anche nella “messa montiniana”.

9) Nel Messale di San Pio X la sequenza del “Dies irae” deve essere sempre cantata in una Messa da morto solenne.

Nel “messale roncalliano” invece diventa totalmente opzionale.

10) Il Vangelo è sempre letto dal celebrante in una Messa solenne, come specificamente stabilito da San Pio V.

Nel messale roncalliano invece il celebrante può ascoltare il Vangelo, mentre un altro lo legge.

11) Il Credo, nel messale di San Pio X, è recitato in moltissime feste, d’accordo con le rubriche.

Il Credo, nel messale roncalliano, è abolito in moltissime feste (Dottori della Chiesa, Santa Maria Maddalena, gli Angeli…).

12) Il Canone, nel Messale di San Pio X, rimane invariato come dai tempi di San Gregorio Magno.

Nel messale roncalliano viene inserito nel canone il nome di San Giuseppe, in modo tale da rendere il canone ulteriormente plasmabile e mutabile.

13) Nel Messale di San Pio X Confiteor, Misereatur e Indulgentiam devono sempre essere detti prima della Santa Comunione del Popolo.

Nel messale roncalliano invece sono ABOLITI.

14) Nel Messale di San Pio X il “benedicamus Domino” è detto al posto dell’ “Ite Missa est” nelle domeniche e nelle settimane di Quaresima e Avvento, nelle Vigilie e nelle Messe votive.

Nel messale roncalliano è ABOLITO, eccetto per quando c’è una processione dopo la Messa.

15) L’Ultimo Vangelo nel Messale di San Pio X deve essere recitato alla fine della Messa: può essere l’inizio del Vangelo secondo San Giovanni o il proprio della festa occorrente.

Nel messale roncalliano è ABOLITO l’ultimo Vangelo proprio della Festa, con una sola eccezione. NON viene letto l’ultimo Vangelo: alla Terza Domenica di Natale, alla Domenica delle Palme, al Giovedì Santo, al Sabato Santo, a ogni Messa seguita da una Processione, a ogni Messa da requiem seguita da una assoluzione e in parecchi altri casi secondo le “rubriche” del nuovo “pontificale romano”.

 

16) Nel messale roncalliano sono ABOLITE le seguenti feste: Cattedra di San Pietro in Roma, Invenzione della Santa Croce, San Giovanni a Porta Latina, Apparizione di San Michele, San Leone II Papa, San Anacleto I Papa, San Pietro in Vincoli, Invenzione di Santo Stefano, Commemorazione di San Vitale, Santa Filomena. Nel messale roncalliano sono trasformate le seguenti Feste: la Festa di San Giuseppe Patrono della Chiesa Universale in San Giuseppe artigiano; La Circoncisione di Nostro Signore nell’Ottava di Natale; La Cattedra di San Pietro in Antiochia nella festa della Cattedra di San Pietro; La Festa del Santo Rosario della Beata Vergine Maria è cambiata in Festa della Madonna del Rosario. Sono degradate le seguenti feste: San Giorgio, La Madonna del Carmine, Sant’Alessio, Santi Ciriaco, Largo e Smaragdo, Impressioni delle Stimmante di San Francesco, Santi Eustachio e compagni, Nostra Signora della Mercede, San Tommaso Becket, San Silvestro, Sette Dolori della Beata Vergine Maria

 

17) Sono ABOLITE nel messale roncalliano le seguenti Ottave: Epifania (risalente al Settimo Secolo), Corpus Domini (1294), Ascensione (Ottavo Secolo), Sacro Cuore (1928), Immacolata Concezione (1693), Assunzione (Nono secolo), San Giovanni Battista (Ottavo Secolo), Santi Pietro e Paolo (Settimo Secolo), Tutti i Santi (ca. 1480), Natività della Vergine (1245), Santo Stefano (Ottavo Secolo), San Giovanni Evangelista (Ottavo Secolo), Santi Innocenti (Ottavo Secolo), Dedicazione di una Chiesa (Ottavo Secolo)

 

18) Sono ABOLITE nel messale roncalliano le seguenti Vigilie: Epifania, San Mattia Apostolo, San Giacomo Apostolo, San Bartolomeo apostolo, San Matteo apostolo, Tutti i Santi, Sant’Andrea apostolo, Immacolata concezione, San Tommaso apostolo

19) Nel Messale di San Pio X i tre toni di voci del celebrante sono; udibile, segreto e udibile dai circostanti l’altare.

Nel messale roncalliano questo terzo tono è ABOLITO.

20) Nel Messale di San Pio X il celebrante, sia che si trovi al lato dell’Epistola che a quello del Vangelo, fa sempre la riverenza verso la Croce, quando nomina il Santo Nome.

Nel messale roncalliano questa prescrizione è ABOLITA.

21) I riti della Settimana Santa sono riportati fedelmente nel Messale di San Pio X, secondo le prescrizioni di San Pio V.

Nel messale roncalliano la settimana santa non è praticamente più la Settimana Santa del rito tridentino. Infatti saranno necessarie poche modifiche per travasarla nel messale montiniano.

 

 

NOTE FINALI:

  1. La comunione del Popolo: Alcuni sacerdoti, che dichiarano di aderire ai cambiamenti di Giovanni XXIII per motivi di “autorità papale”, tuttavia, si rifiutano di sopprimere il Confiteor, Misereatur e Indulgentiam prima della comunione del popolo, come prescritto dal Giovanni XXIII.
  2. L’ultimo Vangelo: Padre Bugnini ha espresso il desiderio “di molti” che la pratica di recitare l’ultimo Vangelo dovesse essere gravemente ridotta o soppressa del tutto. Doveva solo aspettare per alcuni anni.
  3. Variazioni Feste: Nota il pregiudizio modernista contro il culto dei santi e contro le feste che si riferiscono alle prerogative papali o apparizioni approvate dalla Chiesa. Durante la Quaresima, il Messale di Giovanni XXIII sopprime la maggior parte delle messe dei santi.

 

 

 


Fonte: S.E.R. Monsignor Daniel Dolan / www.traditionalmass.org. (testo raccolto a cura di Pietro Ferrari, revisione a cura di Piergiorgio Seveso).

Pubblicato su RadioSpada.org

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