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Il modernismo è ancora attivo nella Chiesa Cattolica? (2a parte)

 

Il modernismo è ancora attivo nella Chiesa Cattolica?

14. La regola dell’orgoglio.

Per quanto riguarda le cause del Modernismo, l’enciclica sottolinea che “la prima causa ed immediata sta nell’aberrazione dell’intelletto” mentre le cause remote “due Noi ne riconosciamo: la curiosità e la superbia.” E così “per la superbia costoro presumono audacemente di se stessi” e “è l’orgoglio che suscita in loro lo spirito di disobbedienza e li induce a domandare un compromesso tra autorità e libertà” (Pascendi, n. 40). Sul piano morale, le principali cause del Modernismo sono “ignoranza” e “un’alleanza tra fede e falsa filosofia” (Pascendi, n. 41)

15. Rifiuto dei Padri della Chiesa.

Nel giudizio dell’enciclica, i tre principali ostacoli al Modernismo sono la filosofia Scolastica, l’autorità dei Padri della Chiesa e il Magistero della Chiesa. (1) I Modernisti dichiarano “con sorprendente sfrontatezza” che i Padri della Chiesa, mentre personalmente sono degni di venerazione, pure sono “ignorantissimi di critica e di storia, scusabili solo per i tempi in cui vissero.” Contro qualsiasi temibile avversario, essi semplicemente “cercano di fare una congiura del silenzio attorno a lui” (Pascendi, n. 42) “Nei Seminari e nelle Università cercano di ottenere cattedre da mutare insensibilmente in cattedre di pestilenza.” (Pascendi, n. 43)

16. Un’atmosfera avvelenata.

Ma c’era un altro spettacolo che aveva pure rattristato Papa Pio X, ed era la vista di “moltissimi, che, sebbene non giunti tant’oltre, pure, respirata un’aria corrotta, sono soliti pensare, parlare, scrivere più liberamente di quanto non si convenga a cattolici. […] Trattano la Scrittura secondo le leggi dei modernisti. Scrivono storia e sotto specie di dir tutta la verità, tutto ciò che sembri gettare ombra sulla Chiesa lo pongono diligentissimamente in luce con voluttà mal repressa.” (Pascendi, n. 43)

 

Il messaggio della Pascendi Dominici gregis si applica all’attività della Chiesa di oggi?

17. Una definizione di Modernismo.

Iniziando queste riflessioni sul movimento Modernista, propongo una distinzione tra Modernismo in generale e quel tipo di Modernismo descritto e criticato nell’enciclica Pascendi Dominici gregis. Modernismo in generale è uno stato del pensiero in cui il titolare trae piacere e soddisfazione dal pensiero che lui o lei, come persona moderna, ha una conoscenza e una comprensione superiore alla conoscenza e alla comprensione dei popoli dei tempi precedenti. Questo atteggiamento è di solito basato sulla consapevolezza dei progressi dei tempi moderni (diciamo dall’anno 1500 d.C. in poi) nelle scienze fisiche e in tecnologia, con particolare applicazione agli oggetti del credo religioso. Questo stato d’animo è una forme di arroganza che non ammette argomenti contrari, perché è basata su un senimento emotivo e non sulla verità oggettiva. L’enciclica ha a che fare con Modernismo generico dove parla dell’orgoglio come base del pensiero Modernista (Pascendi, 3; vedi par. 2 di cui sopra), mentre la forma specifica di Modernismo individuata nell’enciclica si applica solo ai Cattolici ed ha a che fare con una falsa teoria riguardo all’origine della religione. Il Modernista della Pascendi si sposa con una credenza nella continua evoluzione della Chiesa Cattolica e di tutti i suoi dogmi. Il Modernista della Pascendi afferma di sapere che il Gesù della storia si nasconde dietro la facciata evangelica del Cristo della fede che era in origine solo un uomo come altri uomini e, come un credente “moderno”, il Modernista gode, almeno inconsciamente, del pensiero di conoscere di più lui ora di quanta abbia mai potuto il reale Cristo storico nei suoi giorni. Il Modernista della Pascendi vede se stesso come un riformatore in una Chiesa in evoluzione, come un testimone speciale del sentimento chiamato fede, come un armonizzatore della fede con le moderne scienze fisiche e storiche, come un critico della filosofia e teologia Scolastica e come un correttore della tradizione teologica dei Padri della Chiesa.

18. Non un’eresia fantasma.

Il Modernismo non è un’eresia fantasma che non è mai esistita. L’enciclica Pascendi e il precedente decreto Lamentabili incontrarono una forte reazione pubblica dei Modernisti, specialmente in Italia e Francia. Il nome “modernismo” risale a Jean Jacques Rosseau il quale, nel 1769, usò il termine per caratterizzare un filosofo ateo del suo tempo (2). Il Modernista Alfred Loisy, nella sua risposta pubblica al decreto Lamentabili, affermò che “i Modernisti dichiarati formano un gruppo abbastanza definito di intellettuali uniti nel desiderio comune di adattare il Cattolicesimo alle necessità intellettuali, morali e sociali dell’oggi.” (3) Secondo Loisy, il principio fondamentale del modernismo è “la possibilità, la necessità e la legittimità dell’evoluzione della comprensione dei dogmi della Chiesa, incluso quello dell’infallibilità papale e dell’autorità, così come nel modo di esercitare l’autorità” (4). Secondo una risposta Modernista all’enciclica Pascendi, pubblicata anonimamente, un Modernista rifiuta miracoli e profezie come segni della parola di Dio (5). Diverse recensioni moderniste furono pubblicate al tempo e George Tyrrell pubblicava a Roma una rivista Modernista chiamata Nova et Vetera.

19. Il Modernismo veniva da fuori la Chiesa.

Penso sia importante rendersi conto che il Modernismo non iniziò all’interno della Chiesa Cattolica o tra i Cattolici. E’ invece uscito in modo coerente dall’intero sviluppo del pensiero moderno al di fuori della Chiesa, dal Protestantesimo e Razionalismo del sedicesimo e diciassettesimo secolo fino all’Illuminismo del diciottesimo secolo e al Liberalismo del diciannovesimo secolo. Naturalmente Hermann Gunkel, il Protestante liberale fondatore della critica delle forme dell’Antico Testamento agli inizi del ventesimo secolo e Rudolf Bultmann, il più noto liberale Protestante fondatore della critica delle forme del Nuovo Testamento, come Protestanti non mostravano caratteristiche che potessero applicarsi solo ai Cattolici Modernisti, come il raddoppiare i ruoli del Razionalista e Cattolico, l’opporsi all’uso della filosofia Scolastica, il ridurre il numero delle devozioni esterne o l’impadronirsi di cattedre di filosofia e teologia nei seminari ed università cattolici. Ma per altri versi sono esempi perfetti della visione del Modernismo specifico definita nella Pascendi Dominici gregis. Questo si può notare da un veloce campionamento di cosa questi celebri studiosi delle Scritture pensassero:

  • Sia per Gunkel che per Bultmann, il pensiero religioso del Giudaismo e del Cristianesimo e le idee registrate nei libri sacri dell’Antico e del Nuovo Testamento sono prodotti delle fantasie pre-concettuali di popoli primitivi che hanno creato e preservato questi testi in un modo che le persone scientifiche moderne vedono essere falso e si sforzano di correggere.
  • Entrambi esortarono i loro fratelli Protestanti Evangelici a regolare la loro fede in base ai risultati della critica storica, raccomandando ciò in nome della conoscenza moderna scientifica e storica.
  • Entrambi negarono che Dio possa intervenire in alcun modo nelle vicende di questo mondo.

20. Voci di riforma oggi.

Per quanto riguarda i “riformatori della Chiesa” (Pascendi 2, vedi paragrafo 2 di cui sopra), è evidente a chiunque segua gli eventi contemporanei che non ci sono mai stati nella Chiesa così tanti autoproclamati riformatori i quali si esprimono in maniera contraria all’insegnamento e alla disciplina della Chiesa come sono state formulate dopo il Concilio Vaticano Secondo. Le loro voci sono enormemente cresciute negli ultimi decenni. Ora, come rientrano in quest’immagine i riformatori Cattolici contemporanei? E’ chiaro che le riforme all’interno della Chiesa che sono guidate dal Papa e dalla Gerarchia e sono ragionevoli ed omogenee con quello che si è ricevuto dal passato sono salutari e corrette espressioni della vita della Chiesa. Così questi leali riformatori non hanno su di essi, in questo senso, alcuna idea di Modernismo. Ma ci sono altri che, mentre possono anche avere lauree in filosofia Scolastica e teologia, non sono veramente interessati in nessuna delle due e si oppongono all’uso continuato di questi sistemi nel pensiero e nella formazione Cattolici. Come risultato, molti di questi riformatori non utilizzano i validi ragionamenti della filosofia e teologia Scolastica per opporsi agli errori di varie filosofie contemporanei e sistemi di pensiero e alcuni sicuramente favoriscono uno o l’altro degli avversi sistemi Razionalisti, come Esistenzialismo, Evoluzionismo, Freudianismo, Comportamentismo, Socialismo, Modernismo, anche se potrebbero non essere pienamente consapevoli di ciò che stanno facendo. Iniziano essendo pluralisti, in quanto trattengono nelle loro menti sia il sistema di idee Cattoliche tradizionali sia altri contraddittori sistemi di idee ma, nella misura in cui essi non cercano attivamente di separare gli elementi falsi e assimilare i veri elementi dei sistemi non Cattolici in un valido quadro tradizionale nelle loro menti, tendono gradatamente ad essere conquistati dal sistema contraddittorio, specialmente se questo sistema ha il fascino e l’attrattiva per la mente indisciplinata che spesso si accompagna all’errore. Questi riformatori nella Chiesa occupano spesso posti d’onore nelle istituzioni cattoliche d’apprendimento e spesso parlano attraverso i vasti canali dei media, persino in pubblicazioni operanti sotto gli auspici di organizzazioni Cattoliche ed istituti religiosi. Essi dicono che lavorano per il bene del popolo e della Chiesa.

 

 

Note:

(1) Pascendi (n. 42) nota che il punto di vista di rifiutare l’uso della filosofia Scolastica è condannato dalla Proposizione 13 del Sillabo degli Errori di Papa Pio IX e che il punto di vista di disdegnare la tradizione della Chiesa è escluso da un decreto del Secondo Concilio di Nicea, il quale “condannò coloro che osano… secondo gli scellerati eretici, disprezzare le ecclesiastiche tradizioni ed escogitare qualsiasi novità”.

(2) Cfr. Arthur Vermeersch, “Modernism,” nella The Catholic Encyclopedia, vol. 10 (1910), p. 415.

(3) A. Loisy, Simples réflexions sur le décret “Lamentabili”, p. 13 (citato in Vermeersch, op. cit., p. 416).

(4) Loisy, op. cit., p. 124 (citato in Vermeersch, op. cit., p. 417).

(5) Anonimo, Il Programma dei Modernisti. Risposta all’Enciclica di Pio X, “Pascendi Dominici gregis,” p. 96 (di cui in Vermeersch, op. cit., p. 416).

 

[fine seconda parte – continua] [la prima parte è qui]

 

 


Fonte: John F. McCarthy [articolo originale: Is Modernism Still Active in the Catholic Church? Living Tradition n. 110/111, 2004, http://www.rtforum.org/lt/lt110.html]

 

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