La Chiesa catalana ha ricordato con diversi atti liturgici e accademici il primo centenario della morte del cardinale José de Calasanz Vives y Tutó, avvenuta il 7 settembre 1913 a Monte Porzio Catone, vicino a Frascati.
Dal 1884 - scrive Valentí Serra di Manresa, archivista dei cappuccini della Catalogna - padre Calasanz de Llavaneres, incoraggiato dal ministro generale dei cappuccini, Bernardo de Andermatt, inizia una feconda tappa di servizio ecclesiale per il papato, l’ordine cappuccino e anche per la Chiesa della sua terra, la Catalogna.
Il futuro cardinale Vives y Tutó svolge delicate missioni quali la pacificazione dei cattolici svizzeri del Ticino (1889) e, soprattutto, la partecipazione diretta, su richiesta del Papa Leone XIII, all’organizzazione, promozione e svolgimento del primo concilio plenario Latino-Americano (Roma, 28 maggio - 9 luglio 1899).
L’efficienza è tale che, essendone pienamente soddisfatto il Papa e i prelati americani, padre Calasanz conclude le sedute conciliari presiedendole già come cardinale. Il 19 giugno 1899, a soli 45 anni, il cappuccino José de Calasanz de Llavaneres è già parte del Sacro Collegio Cardinalizio, una meritata promozione ecclesiastica "laboris causa".I contemporanei del cardinale di Llavaneres erano soliti affermare: a Roma «Vives fa tutto», e «Vives è tutto» lasciando intendere che il cardinale godesse presso la Santa Sede di una certa “onnipotenza”.
L’espressione è però piuttosto esagerata, soprattutto considerando la personalità e fermezza di Pio X, oltre al forte influsso esercitato anche da cardinali come Gasparri, De Lai e Merry del Val. Pertanto non si deve attribuire esclusivamente a Vives y Tutó — mentore e confessore di Papa Pio X — la responsabilità di tutte le decisioni della Roma pontificia.
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Fonte: Osservatore Romano