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Non essere responsabili del sangue

Cartolina con dedica

Hai notato quante volte le letture della messa affrontano le stesse questioni che sconcertano i cattolici in quel momento? Chiamala coincidenza, se credi nelle coincidenze.


Questa mattina (1 giugno), ad esempio, abbiamo ascoltato il commiato di Paolo alla chiesa di Efeso:

“Io so che dopo la mia partenza verranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a parlare di cose perverse, per attirare i discepoli dietro di sé".


Parole forti, vero? E chi negherebbe che ci siano "lupi rapaci" tra noi oggi? Ma guarda solo alcune righe prima in quel passaggio degli Atti 20 e vedi un linguaggio ancora più forte di Paolo:

Per questo attesto solennemente oggi, davanti a voi, che io sono innocente del sangue di tutti, perché non mi sono sottratto al dovere di annunciarvi tutta la volontà di Dio.


L'implicazione è chiara: se San Paolo avesse ristretto la sua missione di proclamare il messaggio evangelico nella sua pienezza, non sarebbe innocente del sangue degli efesini.


Ora cosa significa quell'ammonizione oggi, al pastore che aggira le questioni controverse? Al vescovo che non rimprovera i peccatori pubblici?


Secondo quanto riferito, papa Pio X pianse quando fu eletto Pontefice supremo, per la paura che da quel momento sarebbe stato ritenuto responsabile del destino di ogni anima sulla terra.

Quel profondo senso di responsabilità pastorale conferma che lui era la scelta giusta per il trono di Pietro e spiega perché ora lo conosciamo come San Pio X.


E a proposito, oggi celebriamo il ricordo di San Giustino Martire, che certamente non si è ridotto dal proclamare l'intero verbo di Dio. Goditi la festa!

 

 

 


Fonte: Phil Lawler in Catholic Culture (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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