Iscrizione al bollettino settimanale

Biografia

 

Genealogia della Famiglia Sarto

 

I Sarto dal Quattrocento all'Ottocento

I Sarto sono approdati a Riese solo nella seconda metà del Settecento: per la precisione, si sistemarono a Riese nel 1763, provenendo dalla limitrofa comunità di Castello di Godego, situata in provincia e diocesi di Treviso.

Questo ramo, direttamente collegato in quanto ad appartenenza a Giuseppe Sarto, il papa Pio X, si è estinto nel 1930, con la morte di Maria Sarto, l'ultima delle sue sorelle nubili.

Casa natale San Pio X da nord, inizi '900La casa natale di Giuseppe Sarto ai primi del '900. (clicca per ingrandire)Le ricerche condotte da Francesco Franceschetti [1], da Angelo Marchesan [2] e da Antonio Gheno [3] portano tutte alla conclusione che i Sarto fossero originari di Villa Estense (Padova): per tale affermazione citano una probante ma non sempre esatta documentazione, che fanno risalire alla fine del Quattrocento.

Un ramo della famiglia, le cui vicende intermedie sono in parte note, si trapiantò da questo luogo a San Giorgio in Brenta, paesello nelle vicinanze di Cittadella, in provincia di Padova ed in diocesi di Vicenza.

In questo luogo nacque Anzolo Sarto (1721?-1784), che sposò il 22 maggio 1761 a Castello di Godego Antonia Liviero, vedova di Zamaria Fratin.

Non più giovani (avevano entrambi un'età di circa quarant'anni), dal loro matrimonio nacque Giuseppe Sarto (1762-1841), l'unico loro figlio di cui si abbia notizia e del quale si trovi conferma nei documenti esistenti a Castello di Godego e a Riese [4].

Un anno dopo, nel 1763 [5], la famiglia si trasferì definitivamente a Riese.

In questa comunità Giuseppe Sarto, possidente, fu cursore comunale e sposò Paola Giacomello (1765-1837).

Atto matrimonio dei genitori di Giuseppe SartoAtto di matrimonio dei genitori di Giuseppe SartoIn 25 anni dal loro matrimonio nacquero, fra il 1784 ed il 1809, in tutto 11 figli, 6 femmine e 5 maschi. Solo sei di essi sopravvissero.

Il quartogenito era Giovanni Battista (o Giambattista o Gio'Batta) Sarto (1792-1852), padre del futuro papa [6].

Giuseppe Sarto e Paola Giacomello abitarono nella casa della suocera di lui, Angela Girardi, proprietaria di quella che poi fu la casa natale di papa Pio X.

Margherita Sarto Sanson, madre di Giuseppe SartoMargherita Sarto Sanson, madre di Giuseppe SartoLa famiglia non era povera, perché aveva diverse proprietà: due case e sei ettari di terreno [7].

La divisione del patrimonio immobiliare familiare fra i sei figli sopravvissuti, non sempre facile da seguirsi nei documenti, portò Giovanni Battista ad essere proprietario di una casa (quella nella quale nacque il futuro papa Pio X, proveniente dall'asse ereditario della nonna materna del papa) e di due campi.


Giovanni Battista Sarto aveva quasi 41 anni quando sposò, il 13 febbraio 1833, Margherita Sanson (1813-1894): la sposa era soltanto ventenne, e le loro nozze furono benedette dal cappellano don Pier Paolo Pellizzari (S. Vito d'Asolo, 1807 - Vallà, 1875).


Lo sposo era, come suo padre, possidente e cursore comunale, mentre la giovanissima moglie, nata a Vedelago, poco lontano da Riese, era figlia "illetterata", cioè analfabeta, di un oste, Melchiore Sanson (1786-1870) ed era, come la madre, Maria Antonini, una cucitrice.

 

 

Foto dei parenti:

 

Luoghi e tempi in cui ha vissuto Giuseppe Sarto:

 

Sei in possesso di testi, foto, video o altro materiale che riguarda San Pio X, o hai informazioni che possono precisare o completare quanto riportato su questo sito a proposito del Santo? Puoi mandare un

Messaggio alla redazione

 


Riferimenti:

[1] FRANCESCHETTI F., Gli antenati del Sommo Pontefice Pio X. Memorie storico-genealogiche, Presso il Collegio Araldico, Roma, 1903, p. 21.

[2] MARCHESAN A., Papa Pio X nella sua vita e nella sua parola, Stabilimenti Benziger e Co.S.A., Einsiedeln, 1905, pp. 23-25; albero genealogico della famiglia Sarto, p. 17.

[3] GHENO A., La patria di Pio X, Estratto dalla Rivista del Collegio Araldico, Anno I, N. 11 e 12, Presso il Collegio Araldico, Roma, 1903, p. 14.

[4] Si veda una recente ricostruzione delle vicende dei Sarto nel volume BORTOLATO Q., La casa natale di Pio X ed il museo di S. Pio X Cenni storici e catalogo museale, Fondazione G. Sarto, 1992, pp. 9-24.

[5] L'annotazione si trova in un registro canonico, uno stato d'anime senza titolo né data di compilazione, conservato nell'Archivio Parrocchiale di Riese Pio X.

[6] È in atto dal 1996 da parte della cittadina di Jemielnica, nell'Alta Slesia, attualmente sotto amministrazione polacca, la rivendicazione del fatto di avere dato i natali a Giovanni Battista Sarto, il padre di Giuseppe Sarto, il futuro Pio X: secondo la stampa locale, Panorama (N. 33, 18 agosto 1996) al quale ha fatto in parte eco lo Schlesisches Wochenblatt (N. 45, 8-14 novembre 1996), un polacco di nome Jan Krawiec (che significa Sarto) sarebbe emigrato in Italia quando questa terra fu annessa alla Prussia (il toponimo Jemielnica è equivalente di Himmelwitz), e qui avrebbe trovato asilo politico, prima a Castello di Godego e poi a Riese, dando origine alla famiglia dalla quale sarebbe nato il papa veneto. Queste notizie mi sono state comunicate dal sig. Jörg Horn di Koblenz, che pure mi ha inviato cospicuo materiale giornalistico e mi ha segnalato lo studio nel quale la notizia è pure ripresa (MALACHI M., The Keys of This Blood The Struggle for World Dominion Between Pope John Paul II, Mikhail Gorbachev, and the Capitalist West, New York 1990, p. 535). Inutile sottolineare la falsità di tutti questi riferimenti, dato che a Riese sono conservati presso l'Archivio Parrocchiale di Riese tutti gli atti relativi a Giovanni Battista Sarto (di nascita, di matrimonio e di morte, a causa di "pleuritide") ed alla sua famiglia.

[7] Presso l'Archivio Parrocchiale di Riese è conservato un Elenco delle Famiglie Povere della Parrocchia di Riese: sono elencate 132 famiglie con un totale di 538 individui su 1848 anime (29,11%); una postilla avverte che "si potrebbero aggiungere i seguenti": seguono 10 famiglie e 42 individui, per un totale di 142 nuclei famigliari e 580 poveri (31,39%). Fra di essi non è citato nessun Sarto, a riprova che la famiglia Sarto non era da considerare indigente e bisognosa, come una leggenda sorta attorno a Giuseppe Sarto ancor oggi tende a legittimare: se di povertà dei Sarto si deve parlare, lo si può fare solo in modo circoscritto e a partire dalla morte di Giovanni Battista Sarto in poi, quindi dal 1852, anno nel quale Margherita Sanson si trovò a dover mantenere la sua famiglia con i proventi del suo lavoro di cucitrice e dei prodotti dell'attività agricola sui suoi campi. Che anche il figlio, ormai sacerdote, non nuotasse nell'oro è ampiamente documentato. Infatti don Giuseppe Sarto in due lettere del 1875 ringraziava il signor Antonio Monico di Riese per la dilazione di un debito di "Lire Austriache 1000 (Mille) al 6% da restituire entro l'anno 1868": pur contratto fin dall'ultimo anno di Tombolo, e precisamente nel 1867, non era ancora stato onorato. E le ataviche proprietà di Riese? "I due ettari di eredità paterna erano stati venduti, con atti in data 2 dicembre 1877, a Monico Antonio e a Montin Pietro. Anche la casetta, minacciata di vendita, era stata salvata all'ultimo momento" (SARTO G., Lettere di S. Pio X, a cura di Nello Vian, Gregoriana Editrice, Padova, 1958, p. 72. Anche fra il 1886 ed il 1888, ormai vescovo di Mantova, ebbe problemi con debiti. nel 1886 "egli con i fratelli vendette, ultimo avanzo di patrimonio domestico, 34 pertiche di terreno, corrispondenti a circa 3 ettari e mezzo di terreno, che provenivano dalla divisione con uno zio" (SARTO G., Lettere di S. Pio X, a cura di Nello Vian, Gregoriana Editrice, Padova, 1958, p. 139; vedere pure le pp. 55, 57, 138-139, 167-169, 263). G. Romanato, citando una lettera scritta dal Sarto all'omonimo cugino di Venezia nell'aprile 1866, conclude che "fino alla morte del padre, i sarto poterono godere di una situazione economica abbastanza tranquilla. Tuttavia, lo si intuisce chiaramente dalle parole del figlio, Giambattista non era stato un amministratore particolarmente oculato e prima di morire si era caricato di debiti. Dopo la scomparsa di questi, sommandosi al venir meno improvviso dei suoi guadagni, schiacciarono letteralmente la famiglia, al punto che nel 1866, quando fu scritta la lettera appena citata, cioè quattordici anni dopo, la situazione non si era ancora riequilibrata, e rimarrà precaria almeno per un altro decennio" (ROMANATO G., Pio X La vita di Papa Sarto, Rusconi, Milano, 1992, p.66).

 


Fonte: Quirino Bortolato / Centenariopiox.it

 


Area riservata

Google Translate

Aiuta la tua parrocchia

Donazioni239x100