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Dalla nascita all'ordinazione sacerdotale

 

 

Un fratello e tre sorelle di Giuseppe SartoUn fratello e tre sorelle di Giuseppe Sarto.L'infanzia e l'adolescenza di Giuseppe Sarto

Fra il 1834 ed il 1852, nei 19 anni del loro matrimonio, da Giovanni Battista Sarto e da Margherita Sanson nacquero 11 figli, dei quali il futuro papa era il secondogenito.

In quasi tutte le biografie ne vengono citati solo dieci, nel seguente ordine, seguendo l'ovvio criterio della data di nascita:

  1. Giuseppe (31/1/1834 - 6/2/1834),
  2. Giuseppe Melchiore (2/6/1835 - 20/8/1914, il futuro papa),
  3. Angelo (26/3/1837 - 9/1/1916),
  4. Teresa (26/1/1839 - 27/5/1920),
  5. Rosa (12/2/1841 - 11/2/1913),
  6. Antonia (26/1/1843 - 2/3/1917),
  7. Pierluigi (o Pier Luigi, 26/1/1845 - 6/2/1845),
  8. Maria (26/4/1846 - 30/3/1930),
  9. Lucia (29/5/1848 - 19/6/1924),
  10. Anna (4/4/1850 - 29/3/1926),
  11. Pietro Gaetano (30/4/1852 - 30/10/1852) [8].

Giuseppe Melchiore Sarto nacque il 2 giugno 1835 ed il giorno successivo, 3 giugno 1835, gli venne amministrato il battesimo dal cappellano don Pier Paolo Pellizzari, che poco più di due anni prima aveva unito in matrimonio i suoi genitori.

Giuseppe Sarto nacque nel Veneto austriaco, assegnato alla sfera d'influenza dell'impero austro-ungarico, secondo le decisioni del Congresso di Vienna (1815). Era molto bravo a scuola: a volte sostituiva il maestro, Francesco Gecherle. Papa Pio X da ragazzoGiuseppe Sarto ragazzoEra molto sveglio e dimostrava già da allora un carattere vivace, impulsivo e rigoroso e, oltre a saper leggere e scrivere, "imparò pure a rispondere alla santa messa, a frequentare il coro, in una parola, ad andar per chiesa. Non mancava mai alla dottrina cristiana, al catechismo ed alle altre istruzioni" [9].

Ogni giorno si recava a pregare al santuario mariano delle Cendrole, la pieve matrice di tutte le comunità parrocchiali dei dintorni e fin dall'infanzia si sentì chiamato al sacerdozio.

Don Tino FusariniDon Tito Fusarini, arciprete di Riese, protettore di Giuseppe Sarto (clicca per ingrandire)Il parroco don Tito Fusarini (Mestre, 1812- Venezia, 1877), parroco di Riese fra il 1842 ed il 1853, oltre che allo studio della dottrina cristiana, lo avviò, forse nel 1844, allo studio del latino, materia nella quale fu seguito dal cappellano don Luigi Orazio, morto a Santandrà (Treviso) nel 1884.

Ricevette il sacramento della cresima (che in quei tempi precedeva l'amministrazione del sacramento dell'eucaristia) ad Asolo, a 10 anni, il 1° settembre 1845 dal vescovo Giovanni Battista Sartori Canova, e fu ammesso alla prima comunione ad 11 anni il 6 aprile 1846 [10].

Il 22 agosto 1846 sostenne da privatista l'esame di chiusura del ciclo primario degli studi presso la scuola elementare maggiore di Treviso e poi iniziò a frequentare il ginnasio a Castelfranco.

Pio X scolaro (Foto: Silvano Zamprogna)Si recava giornalmente nel capoluogo castellano, distante da Riese 7 chilometri, a piedi (a volte con gli zoccoli sulle spalle, per non consumarli) o con passaggi su carri. Ogni semestre sosteneva l'esame presso il seminario di Treviso, risultando sempre primo col massimo dei voti.

Frequentò la scuola di Castelfranco dall'autunno 1846 all'estate 1850. Per il pranzo si recava presso la famiglia di Giovanni Battista Finazzi, esattore delle imposte del distretto: qui talvolta si fermava anche per dormire e per dare lezioni private ai bambini.

Alla fine del quarto corso ginnasiale risultò primo ancora una volta: coronò infatti i suoi studi nel 1850 presso il seminario di Treviso (unico istituto della diocesi che potesse attestare il valore legale degli studi mediante esame) a pieni voti, risultando eminente in tutte le materie, primo fra i 43 alunni concorrenti privati provenienti dai vari luoghi della provincia.

Sarà sempre e senza alcuna eccezione il primo della classe.

Ginnasio di Castelfranco VenetoScuole ginnasiali di CastelfrancoVeneto.La sua famiglia, povera come lo erano tante altre in quei tempi, ma non certo fra le più povere di Riese, era una famiglia unita, patriarcale: una delle numerosissime famiglie di "cattolici" di Riese che costituivano la comunità parrocchiale di S. Matteo e che vivevano intensamente il loro credo.

Questa era una delle parrocchie più omogenee dal punto di vista della fede cristiana, "intessuta di osservanze e devozioni che germinano tra famiglie", vantava il primato di avere una percentuale molto bassa di inconfessi (cioè coloro che non si accostavano ai sacramenti neppure per la Pasqua: poco più dell'1%), e si segnalava per la grande pietà religiosa: "A Riese la rete delle confraternite è densissima" [11].

Il padre, il cursore comunale Giovanni Battista Sarto, però non era contento che il figlio seguisse la vocazione sacerdotale e proseguisse gli studi [12].

 Esame di Giuseppe Sarto al GinnasioAttestato d'esame della classe IV ginnasiale di Giuseppe Sarto

 

Nel seminario di Padova (13 novembre 1850-14 agosto 1858)

Seminario Vescovile di PadovaSeminario Vescovile di Padova con la camera di Giuseppe Sarto segnata in rosso (clicca per ingrandire)Per potere permettere a Giuseppe Sarto il proseguimento degli studi intervenne il cardinale e poeta riesino Jacopo Monico (1778-1851), figlio di Adamo Monico, fabbro, e di Angela Cavallin: in un primo tempo professore del seminario di Treviso, fu poi parroco di S. Vito d'Asolo (eletto nel 1818 all'unanimità dei capi famiglia); nominato da Pio VII vescovo di Ceneda il 16 marzo 1823, divenne infine patriarca di Venezia nel 1827 (dove entrò l'8 settembre) e qui rimase fino al 1851, anno della sua morte [13].

Il 28 agosto 1850 pervenne alla famiglia Sarto la comunicazione che il giovane Giuseppe poteva entrare nel Seminario di Padova ed occupare il posto gratuito previsto dal collegio Tornacense Campion [14].

Refettorio del Seminario di PadovaRefettorio del Seminario di PadovaIl 19 settembre 1850, a 15 anni, vestì l'abito clericale ed il 13 novembre 1850 entrò definitivamente nel seminario patavino, riformato da S. Gregorio Barbarigo (1625-1697), vescovo di Padova dal 1664 alla morte.

Il giovane seminarista rimase sempre in comunicazione epistolare con i suoi educatori ecclesiastici a Riese, in particolare con don Pietro Jacuzzi (Artegna, 1819- Treviso, 1902).

Dopo il primo anno di scuola seminariale fu giudicato "primo con tutte eminenze": la stessa situazione scolastica si presentò sempre, con rigorosa puntualità dal 1850 al 1858, durante tutto il curriculum degli studi ginnasiali, liceali e teologici.

Attestati del SeminarioAttestati riportati da Giuseppe Sarto e da alcuni suoi condiscepoli del IV corso di Teologia, in S. Eloquenza, Catechetica, Metodica e Dogmatica. Anno Scolastico 1857-58.Si segnalò subito, oltre che per capacità intellettuali, anche per la forte personalità: a 19 anni fu ritenuto dai superiori in grado di fungere da prefetto primo di camerata per i chierici fra il 1854 ed il 1858. In questa veste doveva stendere dei giudizi sintetici sui suoi compagni di vocazione, evidenziando i tratti essenziali dell'indole di ciascuno: gli storici hanno individuato in essi una singolare capacità di comprendere l'animo umano[15].

Nel seminario patavino curò soprattutto il latino e la musica sacra. Il suo interesse per quest'ultima fu veramente notevole: si cimentò nella composizione di 15 pezzi musicali per la Settimana Santa, fu scelto come maestro di musica dei chierici e fu eletto direttore della Cappella Musicale del seminario [16].

Nelle discipline dell'ordinamento degli studi risultò sempre fra i primi, in particolare fu eccellente studente di latino e di matematica, un po' meno in filosofia: in latino non poteva non esserlo, con le sue notevoli capacità, in una scuola illuminata dal genio umanistico di Egidio Forcellini (Campo, Alano di Piave, Belluno, 1688-1768), l'autore del Lexicon totius latinitatis, uscito postumo nel 1771.

Sei anni prima di ricevere il sacramento dell'ordine, la vita del giovane Sarto improvvisamente diventò più difficile per la morte del padre Giovanni Battista, morto il 4 maggio 1852. E quell'anno fu anche ulteriormente funesto per la morte del fratello ultimogenito, Pietro Gaetano, nato 4 giorni prima della morte del suo ormai sessantenne padre, e morto solo sei mesi dopo questa data, il 30 ottobre 1852.

Giuseppe Sarto novello sacerdoteGiuseppe Sarto prete novello.Tra il 1855 ed il 1858 fu ammesso ai vari gradi degli ordini ecclesiastici, nel seminario di Treviso dal vescovo Farina: dapprima agli ordini minori (ostiariato e lettorato, 22 dicembre 1855 - esorcistato e accolitato, 6 giugno 1857), poi agli ordini maggiori (suddiaconato, 19 settembre 1857 - diaconato, 27 febbraio 1858).

Ricevette il sacramento dell'ordine sacro il 18 settembre 1858, nel duomo di Castelfranco Veneto dalle mani del vescovo di Treviso, Giovanni Antonio Farina (Gambellara, 1803-Vicenza, 1888), il fondatore delle suore dorotee, che dopo quasi un triennio fu trasferito a Vicenza nel 1861. Aveva poco più di 23 anni, uno in meno dell'età richiesta: per diventare sacerdote aveva dovuto richiedere alla Santa Sede la dispensa. Il giorno dopo, 19 settembre, cantò la sua prima messa a Riese.

Del seminario patavino conservò sempre ottimo ricordo: a Venezia, nel dicembre 1894, ormai cardinale e patriarca, si espresse qualificando l'ottennio di Tombolo come "gli anni più belli della mia vita", proprio come Galileo Galilei ritenne il periodo trascorso a Padova (1592-1610) "li 18 anni migliori di tutta la mia età" [17].

 

 


Riferimenti:

[8] Di questo undicesimo figlio dei coniugi Sarto-Sanson, vissuto solo per 12 giorni, nessun biografo ha mai parlato finora. Registro dei morti Libro Secondo Parrocchia di Riese dal dì 1.° Gennaio 1829. al 10. Febbrajo 1845, N. 11: morì di "affezione spasmodica il dì 8 Febbrajo 1845 alle 5. pomerid. in casa propria".

[9] MARCHESAN A., Pio X nella sua vita e nella sua parola, Benziger & Co. S. A., Svizzera, 1904-05, p. 26.

[10] Gli storici più accreditati e vari studi agiografici riportano la data, posticipata di un anno, del 6 aprile 1847, ma il prof. Alessandro Favero (S. Zenone degli Ezzelini, Treviso, 27 luglio 1916-Riese Pio X, 25 gennaio 1990) nel 1965 ha pubblicato i risultati delle sue ricerche archivistiche (Ignis ardens, bollettino bimestrale di Riese Pio X, Anno XIII, n. 2, Marzo-Aprile 1965, pp. 13-14). L'elenco dei cresimati nella cattedrale di Asolo da mons. Sartori Canova il giorno 1 settembre 1845 è contenuto nel Libro dei cresimati dal 7 Giugno 1777 al 28 Settembre 1871, dove risultano registrati 140 fanciulli di Riese; al n. 58 è scritto "Sarto Giuseppe di Giovanni Battista e Margherita Sanson d'anni 10. Padrino Francesco Trinca di Vallà". Con lo stesso padrino è registrato al n. 59 il fratello Angelo di 8 anni. Dell'aprile del 1846 è un elenco di 13 fanciulli e 17 fanciulle "da ammettersi alla Comunione nel 1846": al primo posto dei maschi è riportato "Sarto Giuseppe di Giovanni Battista - anni 11 - approvato".

[11] GAMBASIN A., Parroci e contadini nel Veneto alla fine dell'Ottocento, Ed. di Storia e Letteratura, Roma, 1973, p.192-193.

[12] La sorella Lucia nella sua deposizione al processo canonico, pur affermando che il padre era un "buon cristiano", sottolineò che "non era affatto contento che il Servo di Dio si facesse prete e qualche volta ci fu diverbio con la mamma e il babbo. [...] Ha dovuto lottare col papà che non voleva lasciarlo andare per la carriera ecclesiastica". ROMANATO G., Pio X La vita di Papa Sarto, Rusconi, Milano, 1992, p.26.

[13] Per notizie biobibliografiche su Jacopo Monico di vedano i volumi MARCHESAN A., Pio X nella sua vita e nella sua parola, Benziger e Co. S. A., Einsiedeln, 1904-05, pp. 50-57, e Le visite pastorali di Jacopo Monico nella diocesi di Venezia (1829-1845), a cura di Bruno Bertoli e Silvio Tramontin, Ed. di storia e letteratura, Roma, 1976, p. CXCVII-407.

[14] Il collegio Tornacense Campion era una istituzione fondata da Pietro di Cambio de' Boateri che provvedeva al mantenimento di sei chierici poveri che studiassero diritto canonico presso l'Università di Padova. Organizzatore del collegio fu specialmente Albicio dei Brancasecchi di Lucca, canonico di Tournai (Tornacensis): l'istituzione fu aperta a Padova presso il pozzo detto Campion (seconda denominazione), che corrisponde all'attuale CUAMM (Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari); i cosiddetto "graziandi" dovevano provenire dalle diocesi di Padova, Treviso, Venezia e Tournai in Belgio (DANIELE I., San Pio X alunno del seminario vescovile di Padova (13 novembre 1850-14 agosto 1858), Istituto per la Storia Ecclesiastica Padovana, Padova, 1987, p. 13 n. 7).

[15] VIAN N., Avemaria per un vecchio prete Intermezzi aneddotici lungo la vita di san Pio X, Marton Editore, Treviso, 1977, pp. 5-18.

[16] ZAGGIA G., Una raccolta di musiche sacre di Giuseppe Sarto (poi S. Pio X), chierico nel seminario di Padova, in Fonti e ricerche per la storia ecclesiastica padovana, Antoniana, Padova, 1969, pp. 339-45.

[17] ROMANATO G., Pio X La vita di papa Sarto, Rusconi, Milano, 1992, p. 38.

 


Fonte testo: Quirino Bortolato / Centenariopiox.it

Fonte fotografie: Varie / Rete


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