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Ritorniamo a Dio: il cammino quaresimale

Quaresima tramonto croce

Da un anno la nostra vita e la vita dell’intera umanità è condizionata dalla pandemia. Per evitare il contagio dobbiamo limitare tante nostre abitudini e soprattutto siamo costretti al distanziamento; tante attività interrotte e i rapporti tra noi molto limitati.

La Quaresima che oggi iniziamo è una quaresima particolare. Eppure noi siamo certi che il Signore non ci abbandona, anzi è particolarmente vicino a tutti noi, in modo speciale a chi si trova nella sofferenza e nella solitudine. Dio ci fa un chiaro invito: “Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e no le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al  male”. E San Paolo calorosamente ci raccomanda in nome di Cristo: “Lasciatevi riconciliare con Dio … perché ora è il momento favorevole, ora è il giorno della salvezza”.

Ora il Signore semplicemente dice a ognuno di noi e all’intera nostra comunità: “Ritorna, ritorna a me con tutto il tuo cuore e la tua vita. Volgi lo sguardo a me e abbandona gli idoli falsi e muti”.

Una domanda sorge dal nostro cuore: “Come, Signore, io posso tornare a te? Vivo con tanti amici indifferenti, che ti offendono e io spesso mi sento debole e fragile nella fede”. Gesù nella sua predicazione ci indica le condizioni della nostra conversione/ ritorno a Lui:

  1. La prima condizione, il digiuno (la via della povertà e della privazione) che porta quanti lo vivono, in semplicità di cuore, a riscoprire il dono di Dio, cioè il dono della Fede, che ci chiama ad accogliere la Verità che è Cristo stesso; e a comprendere la nostra realtà di creature fatte a sua immagine e somiglianza, che solo in lui trovano compimento e felicità. Rinuncio a TV, cibo, divertimento … e divento + ricco di amore per Dio e per il prossimo. La Quaresima è un tempo per credere, ovvero per ricevere Dio nella nostra vita e consentirgli di “prendere dimora” presso di noi. Digiunare vuol dire liberare la nostra esistenza da quanto la ingombra, anche dalla saturazione di informazioni, vere o false, e prodotti di consumo, per aprire le porte del nostro cuore a colui che viene a noi povero di tutto, ma “pieno di grazia e di verità”: il Figlio di Dio Salvatore.

  2. La seconda condizione del ritorno/conversione a Dio è la preghiera, come dialogo di figli con il Padre. La preghiera apre il cuore alla speranza che non delude. Già nell’annunciare la sua passione e morte, Gesù annuncia la speranza, quando dice: “e il terzo giorno risorgerò”. Sperare con Lui e grazie a Lui vuol dire credere che la storia non si chiude sui nostri errori, sulle nostre violenze e ingiustizie, e sul peccato che crocifigge l’Amore. Significa attingere dal suo Cuore aperto il perdono del Padre. Ricevendo il perdono nel Sacramento della Confessione (cuore del nostro ritorno a Dio), diventiamo a nostra volta diffusori del perdono; avendolo noi stessi ricevuto possiamo offrirlo attraverso il dialogo e il conforto fraterno. Nel raccoglimento e nella preghiera silenziosa, la speranza ci viene donata come ispirazione e luce interiore, ecco perché è fondamentale raccogliersi in preghiera e incontrare, nel segreto, il Padre della tenerezza. In questa Quaresima apriamo il nostro cuore e il nostro tempo al dialogo con Dio, viviamo con gioia e fedeltà l’incontro con Cristo e i fratelli nell’Eucarestia domenicale, partecipiamo alla preghiera della Via Crucis ogni venerdì, condividiamo il dialogo con Dio nelle nostre famiglie, preghiamo personalmente nei nostri luoghi di vita, “Il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà”.

  3. La terza condizione per ritornare/convertirsi a Dio è l’elemosina, che è sguardo e gesti d’amore per l’uomo ferito. È il tema della Carità. La carità, vissuta sulle orme di Cristo, nell’attenzione e nella compassione verso ciascuno, è la più alta espressione della nostra fede e della nostra speranza. Vivendo la carità, noi sperimentiamo un miracolo: il nostro poco, condiviso con amore, non finisce mai. Lo ha mostrato Gesù nella moltiplicazione dei pani. Lo hanno dimostrato tanti santi della carità. Lo possiamo sperimentare noi con la nostra elemosina, piccola o grande che sia, offerta con gioia e semplicità.


Concludendo, dobbiamo ricordare che ogni tappa della vita è un tempo per credere, sperare e amare e la Quaresima è una di queste tappe. Il percorso quaresimale che stiamo iniziando, in tempo di pandemia, diventi un’occasione propizia per vivere seriamente e con gioia un sincero ritorno a Dio, percorrendo la strada del digiuno, della preghiera e dell’elemosina.


Maria, Madre del Salvatore, fedele ai piedi della Croce, ci sostenga con la sua premurosa presenza.

 

 

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