“Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoria, perché non c’era posto per loro nell’albergo”. (Luca 2,6-7)
In questo Natale ti prego per tutti quelli che non hanno un posto.
Per chi non ha un posto dove rifugiarsi, per chi non ha un posto dove andare,
un posto a tavola, un posto nella società, un posto nella comunità,
un posto di lavoro, un posto dove curarsi, un posto dove imparare,
un posto in cui tornare, un posto nel cuore dei genitori o
un posto nel cuore dei figli; per chi non ha un posto da sognare,
un posto al mondo, un posto nei pensieri di qualcuno,
un posto in cui piangere, un posto in cui sentirsi sé stesso,
in cui sentirsi accettato, in cui sentirsi amato, un posto dove morire.
Dall’altro lato Ti prego per chi ha posto fuori, ma dovrebbe far posto dentro nel cuore.
Aiutaci a togliere il superfluo dal nostro cuore “bello fuori”, ma freddo dentro, per fare posto a chi vuole piangere, confidarsi, essere confortato, aiutato, rassicurato, rasserenato, a chi deve avere dignità.
Aiutaci a far posto alla collaborazione, dove il MIO posto si incastra perfettamente col posto ALTRUI.
Insegnaci, in questo strano Natale, a togliere spazio all’IO e fare spazio al BAMBINO DI BETLEMME,
in quello che non sarà l’albergo, ma la mangiatoia del nostro cuore.
Fonte: testo posto nella cassetta dei messaggi sotto l'albero di Natale 2020, davanti alla chiesa di Riese.