Il mese di novembre porta con sé la sorpresa di un grazie sempre più rimotivato davanti ai frutti della terra, abbondanti e coloratissimi. «Dalla terra e dal lavoro: pane per la vita!». Perché il pane dice tutto. È una festa poterlo spezzare insieme, certi però che anch’esso contiene un monito preciso, legato alla durezza del nostro cuore.
Scrive, infatti, papa Francesco, commentando il Padre nostro: «Il pane che chiediamo al Signore nella preghiera è quello stesso che un giorno ci accuserà. Ci rimprovera la poca abitudine a spezzarlo con chi è vicino, la poca abitudine a condividerlo. Era un pane regalato per l’umanità; e invece è stato mangiato solo da qualcuno. L’amore non può sopportare questo. Il nostro amore non può sopportare e neppure l’amore di Dio può sopportare questo egoismo di non condividere il pane!».
Ecco, allora, proprio questo egoismo va strappato dal cuore nostro. E dal cuore dell’umanità. Allora la festa del ringraziamento ci educa all’apertura a tutti. Perché realmente il pane sia di tutti e per tutti. Con tre passaggi importanti, che impariamo in questa santa liturgia, mentre elevo la patena e stringo in mano il cesto di frutta. Prima di tutto, già il ringraziare è segno eloquente.
Un cuore che dice «grazie» sa benedire, parla bene, apre gli orizzonti, schiude finestre sigillate. Crea relazioni pulite. Poi, accogliere, poiché tutto è dono. Tutto è grazia. Tutto è interconnesso, come insegna l’enciclica Laudato si’, con vigore di immagini e di riflessioni. Nasce lo stupore. Ogni persona si fa nuova. Cedono i pregiudizi, proprio mentre imparo a ringraziare.
La casa si riempie del profumo del pane. Per tutti. Infine, anche saper incassare, cioè tenere dentro il dolore, quando chi hai beneficiato ti delude. Invece di fermarti al negativo, contempla la freschezza dei frutti della terra. Imparerai che anche un cuore ferito sa avanzare, rilancia le reti, non perde il sorriso, non si radica nel male, come un gelso che non riesci a strappare. Ecco perché il pane sa sempre di casa! È quotidiano, nuovo, fresco.
Preghiera di ringraziamento
O Dio, Padre creatore, Ti rendiamo grazie per i frutti della terra e l’intera realtà del mondo agricolo, che è dono della Tua creazione. Tu ci hai affidato la terra per coltivarla, in una pratica che genera lavoro, produce cibo, benessere e sviluppo, contribuendo al contempo a dare significato alle esistenze dei tanti che vi sono coinvolti. Riconosciamo che siamo una sola famiglia umana e percepiamo un’interdipendenza globale che ci obbliga a pensare a un solo mondo, programmando un’agricoltura sostenibile e diversificata.
O Padre clementissimo, benedici l’opera delle mani dei coltivatori della terra, che preparano il pane e il vino, da Te trasformati con la potenza dello Spirito Santo nel Corpo e Sangue del Tuo Figlio, che ci rendi come cibo di vita e bevanda di salvezza, trasfigurando il nostro lavoro, rendendolo eucaristico, lode a Te e strumento per la liberazione del mondo e la promozione della fraternità universale.
A Te, Padre, che mediante il Tuo Figlio nell’unità dello Spirito Santo crei e santifichi sempre, fai vivere, benedici e doni al mondo ogni bene, lode nei secoli eterni.
Amen. Alleluia!