Carissimi amici,
come avrete modo di vedere sfogliando le sue pagine, il numero in uscita di Ignis Ardens è particolare, come lo è stato il periodo appena trascorso e, seppur in misura minore, ma non meno carica di interrogativi, quello che stiamo vivendo ora.
Che cosa è successo? Dove siamo precipitati?
Sono domande che, in questo periodo di pandemia, abbiamo sentito emergere dalla voce di credenti e non credenti: la paura del contagio, il distanziamento sociale, essere costretti a trovare forme nuove per tenere vive le relazioni, ci hanno fatto toccare con mano la nostra situazione, comune a tutti, di creature fragili, ma anche capaci di lasciarsi interrogare per provare a “stare” nelle situazioni più complesse.
Credo che siamo tutti d’accordo nel dire che a ciascuno di noi è stata lanciata una sfida: capire come vivere questo tempo, caratterizzato da esperienze di dolore, di sofferenza, di morte, a volte vissuta anche nella solitudine; un tempo che ha messo in discussione le nostre certezze e ci obbliga a ripensare a ciò che dà valore e qualità alla vita.
Un tempo che ha interrogato anche la nostra fede…. Il segno delle chiese vuote, l’assenza dei sacramenti….
Raccogliere questa sfida, per noi cristiani, significa allora accogliere la chiamata del Vangelo a vivere in modo generativo, per annunciare uno stile di chiesa rinnovato e fedele al messaggio di Gesù.
Per provare a fare questo, abbiamo voluto dare voce alla nostra comunità, attraverso la condivisione delle esperienze vissute dai giovani, dalle famiglie, da chi lavora nell’ambito della sanità e dai gruppi della parrocchia, per aiutarci a ritrovare la speranza attraverso i piccoli, ma concreti, gesti di bene, fioriti nella quotidianità.
Si può ripartire con il piede giusto, solo se si è coscienti dei propri limiti, ma anche dei passi compiuti!
È bello cogliere come l’esperienza di fede cristiana e l’ascolto della Parola di Dio abbiano sostenuto il cammino, spesso non facile, di tanti di noi: è motivo di ringraziare il Signore, perché scopriamo che è Lui la sorgente di quel bene che, oggi più che mai, siamo chiamati a far crescere perché diventi “bene comune”.
Ci chiediamo: “Come ripartire?”.
Nessuno ha la ricetta in mano, ma diventa urgente, se non addirittura prioritario, metterci ancora una volta in ascolto della Parola e lasciare che essa illumini la nostra esistenza personale ed universale.
“Parla Signore, perché il tuo servo ti ascolta” (1Sam 3,9); ma cosa ci comunica questa Parola?
Dio si è rivelato perché ha ascoltato il grido degli uomini, è entrato nella storia, non ne è rimasto lontano. Egli agisce, ma non senza di noi, affinché, rafforzati dalla grazia del suo Spirito, agiamo nella storia secondo la sua volontà, che è sempre il bene per ogni uomo e donna.
È il Dio che, invocato, apre i nostri occhi e nostri orecchi e ci rende capaci di amare come lui “è amore” (1Gv 4,8.16), nella cura e nel servizio dell’umanità.
Sorella Marzia, Discepole del Vangelo
N.B.: puoi trovare copie di Ignis Ardens in chiesa