Dossi, la prima parrocchia padovana dedicata a san Pio X

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Dossi, la prima parrocchia padovana dedicata a san Pio X

Nei giorni in cui si ricorda il centenario dalla scomparsa del papa veneto, il trevigiano san Pio X, Dossi (nei pressi di Montagnana) prima orgogliosa parrocchia della diocesi a essere dedicata al "pontefice del catechismo", accoglie il nuovo cooperatore festivo don Giancarlo Salmaso.

Anniversario importante per la comunità di Dossi, che sorge nel comune di Saletto. Si festeggia infatti il centenario della morte di san Pio X, il papa veneto che ha legato indissolubilmente il suo nome alla riforma del catechismo.

La parrocchia ricorda con soddisfazione di essere la prima in diocesi eretta in onore del papa trevigiano, alunno fra l’altro del seminario di Padova. La posa della prima pietra della chiesa risale alla festa dell’Immacolata concezione del 1953, quando ancora Pio X non era stato proclamato santo. La volontà di dare inizio alla costruzione del luogo sacro fu espressa con decisione dall’arciprete di allora, don Ernesto Raise, in occasione del suo 25° di permanenza come parroco.

L’anno seguente, nel marzo del 1954, il vescovo di Padova mons. Girolamo Bortignon intitolò un’altra chiesa allo stesso san Pio X, in zona Stanga a Padova, in un’area importante per la vicinanza alle sedi universitarie di ambito scientifico, affidandola ai giuseppini del Murialdo, che entrarono subito in parrocchia. Le due comunità non sono unite solamente dalla stessa intitolazione, ma anche dal fatto che due salettani nel tempo hanno coronato la loro scelta religiosa nella congregazione giuseppina. Si tratta di don Pietro Crema, inviato in missione nell’America centrale, oggi sepolto in Messico, e di don Vinicio Crema che ha celebrato lo scorso anno il 50° dalla sua ordinazione.

I festeggiamenti per la sagra 2014 hanno preso il via a Dossi mercoledì 20 agosto, data della morte di san Pio X, con una serata danzante. Giovedì 21, giornata della festa liturgica del patrono, un giuseppino del Murialdo proveniente dalla parrocchia della Stanga ha celebrato una messa con la partecipazione dei parroci del vicariato di Montagnana e Merlara e degli ex parroci di Dossi.

Il programma proseguirà con le serate di divertimento, mentre nella giornata di domenica 24, alle 11, la messa solenne sarà concelebrata da don Giancarlo Salmaso, cappellano al complesso ospedaliero di Montagnana e nuovo collaboratore festivo in parrocchia. In serata, a partire dalle 23.30, prenderà vita l’estrazione di una lotteria a premi. In tutte le serate sarà aperto lo stand gastronomico con specialità locali a partire dalle 19.30, con accanto lo scivolo gonfiabile per il divertimento dei più piccoli, e pista in acciaio per gli amanti del liscio.

Nonostante la sua costruzione sia relativamente recente, la chiesa parrocchiale di Dossi si è arricchita nel tempo di alcune pregevoli testimonianze di arte contemporanea, fra cui le vetrate che ritraggono alcune scene tratte dalla bibbia. Queste ultime sono state collocate dalla fondazione Franchin Simon a ricordo del giovane a cui l’ente che opera in favore delle persone con disabilità è stato intitolato.

La fama di san Pio X, uno dei papi legati alla terra veneta e alla sua tradizione contadina, è sostenuta soprattutto dal catechismo, come si accennava sopra, ricordato ancora oggi per la sua semplicità di consultazione. Lo strumento, nelle intenzioni del pontefice, nasceva con l’obiettivo di proporre definizioni di fede alla portata di tutti.

Già intorno al 1899 l’allora vescovo di Mantova, Giuseppe Sarto, pensava alla redazione di un catechismo che doveva servire principalmente per l’istruzione dei più piccoli. Una volta eletto al soglio di Pietro, Sarto seppe mantenere il suo stile di uomo e pastore semplice, che era stato dapprima cappellano a Tombolo e in seguito parroco a Salzano, nell’entroterra veneziano, da cui in seguito era stato promosso direttore spirituale nel seminario di Treviso, prima di diventare vescovo e patriarca di Venezia.

Accanto al catechismo, Pio X intraprese un percorso intransigente con il fine di salvaguardare il cristianesimo dal rischio di pericolose commistioni fra la dottrina ed esagerazioni scientifiche legate alla corrente del modernismo. Questa determinazione portò il pontefice alla decisione di promulgare l’enciclica Pascendi Dominici gregis, nel 1907, con lo scopo di mettere in guardia da alcuni errori su come interpretare il messaggio cristiano, e in particolare sull’esegesi biblica, alla luce delle scoperte scientifiche.

La morte lo colse agli inizi del primo conflitto mondiale, da lui definito «il guerrone».

 

 

 


Fonte: Difesa del popolo, settimanale diocesano di Padova.

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