Messa: dove guardare durante l’elevazione?

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I gesti più comuni sono forse quelli su cui ci si interroga di meno. A Messa, quando il sacerdote eleva l’ostia e il calice, in che modo l’atteggiamento che assumiamo manifesta la nostra fede nella presenza reale di Gesù Cristo?

Pio X eucarestia

Prima del XIII secolo, non c’era dubbio su dove guardare durante l’elevazione dell’Ostia durante la consacrazione. Fino a quando questa pratica, che aveva avuto inizio a Parigi, si diffuse nella Chiesa universale, i fedeli potevano vedere il Corpo di Cristo solo durante la Comunione, perché il sacerdote era rivolto a est. Con la rapida diffusione della devozione eucaristica, però, i vescovi hanno permesso e persino incoraggiato l’elevazione prima dell’ostia e poi del calice, il Corpo e il Sangue di Gesù realmente presente, per consentirne il culto da parte dei fedeli.


I gesti dei fedeli devono quindi essere idonei a questo scopo di adorazione. Nella storia, è stato spesso indicato che la presenza di Gesù dovrebbe essere onorata da una profonda reverenza mentre ci si inginocchia, guardando l’ostia che viene presentata.

 

Un culto eucaristico rinnovato

Da San Pio X, il culto eucaristico è stato rinnovato, in particolare attraverso l’adorazione, ormai generalizzata. All’inizio del XX secolo, il Papa, che aveva promosso la Comunione frequente e quella dei bambini, ha concesso un’indulgenza a coloro che, durante la Messa o l’adorazione, avessero guardato con fede, pietà e amore il Santissimo Sacramento, ripetendo le parole di San Tommaso “Mio Signore e mio Dio” (Gv 20, 28).


Se la pietà ispira gesti che variano a seconda delle persone, sembra bene, seguendo il Papa, guardare il Corpo e il Sangue di Cristo con un’esclamazione (mentale) di fede o di ringraziamento, o in un silenzio segnato dalla devozione, prima di inclinare la testa quando il sacerdote si genuflette. È un modo di lasciarsi guardare e amare dal Salvatore, di ammirare il Suo Corpo risorto che ci apre alla vita eterna, riconoscendo al tempo stesso che non ne siamo degni.


Dall’altro lato, le due elevazioni, dell’ostia e del calice, non devono essere confuse con quella che viene chiamata “piccola elevazione”: al momento della dossologia (“Per Cristo, con Cristo e in Cristo…”), il sacerdote offre il sacrificio del Figlio al Padre, elevando le specie consacrate al cielo. Insieme a lui possiamo volgerci al cielo, a livello corporeo e spirituale, dedicando la nostra vita al Creatore.

 

 

 


Fonte: Aleteia

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